giovedì 20 dicembre 2018

Richiesta parere su legittimità assegnazione spesa



Al Segretario generale del Comune di Agrigento

Al Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Agrigento


Oggetto: Richiesta parere su legittimità assegnazione spesa

La sottoscritta Marcella Carlisi, in qualità di Consigliere comunale del Comune di Agrigento,

vista la DELIBERA N° 209 DEL 14.12.2017 che rinvia all’anno 2018, cioè a questo, l’applicazione del regolamento per l’applicazione del bilancio partecipativo;

visto l’art 1 del regolamento per l’applicazione del bilancio partecipativo approvato con la delibera n 32 del  16/03/2017 dal Consiglio comunale che nell’ultimo capoverso dice che: “Il Comune di Agrigento, pertanto, riconosce alla cittadinanza il potere di decidere gli indirizzi di una parte della proposta del bilancio di previsione, nelle forme definite dal presente regolamento.”;

Considerato che tale regolamento è indicato per decidere riguardo la spesa di ALMENO il 2% delle somme trasferite dell’IRPEF come da Art. 6. della legge regionale LEGGE 28 gennaio 2014, n. 5;

Considerato che il bilancio partecipato è una forma di democrazia partecipata perchè di fatto le somme del 2% dell’IRPEF sono somme del bilancio da destinare secondo le indicazioni della volontà popolare;

Considerato che il legislatore regionale ha voluto invitare alla spesa di ALMENO il 2% per coinvolgere la popolazione attuando forme di democrazia partecipata come il “bilancio partecipativo”;



Letto nella circolare del 9/3/17 (che si allega) dell’Assessorato per le Autonomie locali e la funzione pubblica:




Letto il verbale di deliberazione della giunta comunale n 144 del 14/12/18 che, nell’affermare che è confermata la medesima assegnazione dell’anno 2017 (che era pari a 55.944 euro), stabilisce che la somma del 2% dell’IRPEF sia di circa 13mila euro;

Considerato che la deliberazione della giunta comunale n 144 del 14/12/18  non tiene conto del regolamento sperimentale per il bilancio partecipativo comunale, approvato con deliberazione n 32 del 16/3/17, ma destina il 2% dell’IRPEF all’opzione più votata dai cittadini fra quelle proposte dalla giunta comunale;

Considerato che nell’ultimo sondaggio per l’anno 2017, per attribuire il 2% dell’IRPEF ad una delle voci indicate dalla giunta comunale (nel 2017 il regolamento per il bilancio partecipativo era stato preventivamente sospeso con la delibera 209 del 14.12.2017) hanno votato 116 persone su oltre 52mila aventi diritto al voto ovvero lo 0,2 % , sia per la scarsa informazione sia perché molti cittadini si sono sentiti presi in giro;

Considerato che a Gennaio 2017 è stata firmata la Convenzione che prevede che il Comune di Agrigento ceda all’Asp la somma di 58 mila euro, derivanti dal 2 % relativo all’anno 2015 dell’Irpef, per il Centro per l’autismo;


Considerate le leggi vigenti e i regolamenti comunali
visto, considerato e letto quanto in premessa
chiede un parere su

-      Come deve essere attribuita la destinazione del 2% dell’IRPEF regionale e se la giunta comunale, attraverso la deliberazione n.144 del 14/12/18, può disattendere il regolamento comunale per il bilancio partecipativo e decidere in piena autonomia le voci da proporre ad un sondaggio cittadino.
-      Se la mancanza della documentazione delle spese dell’ASP in merito alla Convenzione per il Centro per l’autismo porterà il Comune di Agrigento ad essere sanzionato dalla Regione Sicilia per non avere speso il 2% dell’IRPEF secondo quanto deciso dai cittadini.


mercoledì 19 dicembre 2018

Conferimento plastica e vetro: ad ottobre abbiamo pagato 44 mila €


Dalla Determinazione dirigenziale n° 2308 del 12/12/2018
vediamo quanto ci costa differenziare la plastica e il vetro.

Il periodo di riferimento, dice la determina, è Ottobre 2018.
Abbiamo pagato, per quel mese, 
oltre 44mila €

Per un mese di selezione di plastica


Cosa stiamo pagando?
1) la selezione di quasi 238 tonnellate di rifiuti misti a 120 € a tonnellata, con uno sconto del 18%: per un totale di oltre 23mila € (con IVA al 10%, cmq assurdo che bisogna pagare l'IVA :-P sul fine vita dei prodotti)



2) il contributo Corepla per la pressatura di 86,13 tonnellate a 36,49 € a tonnellata.
Da dove escano fuori queste 86,13 tonnellate non saprei, forse erano rimaste dal mese precedente?
E le 237 tonnellate di cui paghiamo la selezione? Non sono state compresse? 




3) Poi c'è il contributo per quanto è stato avviato alla discarica.
86,16 tonnellate che a 135 € a tonnellata paghiamo più quasi 10mila €. 
Riflessione: queste 86,16 tonnellate dovrebbero essere estratte dalla selezione del materiale (quella che paghiamo 120 € a tonnellata) .
Se sono state selezionate 237,74 tonnellate di queste ne finiscono in discarica il 36,24% ???!!!!!!




E poi che fine fanno i metalli??? 
Perchè noi la plastica la conferiamo coi metalli!! 

Se il peso dei metalli lo ritrovo nel peso della plastica (questo non è dato saperlo) rischiamo di avere un 50% della nostra differenziata del martedì e del venerdì che finisce in discarica con costi esorbitanti!!!

Non ho visto mai "passare" il metallo nei documenti pubblicati.
Il dettaglio dei ricavi della vendita di questi materiali, inoltre, è ancora sconosciuto!!


4) Infine il vetro:
ne abbiamo conferite 169,42 tonnellate per ognuna delle quali paghiamo 31 €, per un totale di 4306 €


martedì 18 dicembre 2018

sempre meno democrazia ad Agrigento


Aspettando le luci in via Atenea arriva la luce del prossimo avviso per la democrazia partecipata.
La cifra stavolta stanziata, nonostante nella delibera si dice che è confermata la medesima assegnazione dell’anno 2017, quando era pari a 55.944 euro,  è di circa 13mila euro.
Cosa è successo? Ci siamo beccati una bella sanzione per non avere speso bene le cifre negli anni precedenti? Forse a causa del centro per l’autismo mai realizzato?
Ricordo a questa amministrazione che fare spendere soldi del bilancio chiedendo la partecipazione ai cittadini, significa realizzare un bilancio partecipativo, per il quale c’è un regolamento comunale vigente. Infatti  la sospensione che  questa amministrazione (per spendere le somme limitando la partecipazione dei cittadini) ha fatto sancire al consiglio comunale, più interessato (speriamo solo l’anno scorso) alle istanze della giunta piuttosto che a quelle  dei cittadini, era per il 2017 e la DELIBERA N° 209 DEL 14.12.2017 rinvia all’anno 2018, cioè a questo, l’applicazione del regolamento l’applicazione del bilancio partecipativo per cui ci sono a disposizione almeno le somme del 2% dell’IRPEF.
Come propone la giunta di  spendere i soldi?
L’atto di indirizzo parla di: servizio civico ai cittadini (sempre circa 4 euro l’ora), i 2600 anni dalla Fondazione di Agrigento, Bronzo di Pirandello in movimento, bagni pubblici (quindi è fallito il bando?), supporto a studenti meritevoli, Organizzazione eventi Estate.
Sicuramente altre sarebbero state le scelte degli agrigentini!!
Un’amministrazione poco attenta ai bisogni dei cittadini, distratta, interessata solo a presenziare ad eventi  e a celebrare matrimoni fuori dal nostro comune, a Siculiana, dove i matrimoni fuori dalla casa comunale sono ormai una realtà che ad Agrigento, chissà perché agli agrigentini e non, sembra proibita.

sabato 1 dicembre 2018

Piano Gatta: causa dietro l'angolo? Quali prospettive per la città?

I tecnici comunali sono ormai convinti e si prospetta la risoluzione della convenzione per il cimitero di Piano Gatta, a meno che non pervenga al Comune, entro martedì, un valido aggiornamento delle SOA delle aziende.

Se gli uffici non giudicheranno validi i documenti pervenuti avvieranno la risoluzione e si impegnerà il Comune in una causa di almeno 5 anni prima di una nuova aggiudicazione. Nel frattempo come si provvederà ai naturali bisogni della città?

Queste le conclusioni della conferenza dei capigruppo di ieri, che ha visto i gli ingegneri comunali impegnati a spiegare la vicenda ai consiglieri comunali presenti.

Continuo a pensare che, visti i debiti fuori bilancio che negli anni si sono creati per contestazioni partite da uffici diversi da quello legale, coinvolto in un secondo momento per le cause derivanti dall’impugnazione degli atti, sarebbe il caso di fare intervenire subito l’ufficio legale, per una valutazione della vicenda. Se scrive un avvocato facciamo rispondere ad un avvocato, no?

C’è il potenziale rischio di creare un debito fuori bilancio (a fine causa e quindi per le prossime generazioni) tale da tumulare il bilancio comunale.

In pratica le SOA (Attestazione di qualificazione per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici di lavori) dichiarate sono sempre le stesse, accompagnate dalla stessa identificazione a capogruppo e dalla stessa percentuale nella compagine che gli attori della convenzione, nel tempo cambiati per legittimati subentri, hanno posseduto fin dall’inizio della convenzione nel 2004.

La contestazione avviene, però, solo adesso.

Sarebbe il caso di approfondire con un legale la vicenda per analizzare le prospettive della causa, sarebbe il caso di trovare soluzioni immediate per la città. Immediato sarebbe stato già 3 anni fa, quando questa amministrazione, della decorazione più che del decoro, si è insediata.

venerdì 30 novembre 2018

un po' di privacy anche per i rifiuti



Se c’erano tanti cittadini con buona volontà e buona intenzione per fare la raccolta differenziata adesso ce ne sono molti di più esasperati da presunte regole che si modificano quotidianamente e a seconda di chi le enunci.

Tra gradazioni di sporco ammesse per piatti di plastica e scatole per la pizza, tra sacchi trasparenti o neri. Tra incivili veri e persone che si sono trovate il sacco nero lasciato dietro la porta senza una ragione ma praticamente additate come quelli che non fanno bene la differenziata, abbiamo passato il segno.

Per la privacy il sacco trasparente non è il massimo e si legge in tante enunciazioni del garante.

Così come non è il caso di mettere il proprio nome sul contenitore, come stabilito da regole comunali. I rifiuti sono personali, indicano chi siamo e cosa facciamo. Indicano il nostro stato di salute, le nostre abitudini, ci si può trovare persino la nostra busta paga.

Non ne possiamo più. Sta diventando un incubo. Ci tocca rincorrere il netturbino con una relazione tecnica accurata su come abbiamo differenziato i nostri rifiuti, lasciati sul posto dopo una scrollatura o un’occhiata al sacco scuro.

Un pensiero va anche a chi, vivendo su scale e cortili deve fare centinaia di metri per riportarsi a casa i pesanti sacchi “rifiutati”. Se deve essere porta a porta lo sia per tutti, oppure si organizzi la raccolta stradale dove non si reputa possibile raggiungere le abitazioni.

La misura è colma. Servono determinazioni serie, chiare e soprattutto razionali, che tengano conto dei diritti dei cittadini. Serve quel regolamento comunale per la differenziata che, nonostante le mille promesse, non è ancora su carta.

martedì 20 novembre 2018

“Pleonastico” il Consiglio, chi amministra ha risolto il problema (suo)!



Le sedute del Consiglio sono ormai un campo di sterili battaglie, dove gli atti, si accartocciano per colpire quelli che dovrebbero essere alleati, prima di finire nella spazzatura (non differenziata).

Le sedute di conferenza dei capigruppo, prima disertate, diventano ora luogo per disinnescare argomenti pericolosi.

La cronaca della conferenza di lunedì:

-la proposta di delibera per l’istituzione della commissione di indagine sui debiti fuori bilancio, arrivata dopo più di un mese dalla richiesta, è stata bloccata perché, invece che costituita da solo 5 Consiglieri, si richiede di allargarla a tutta la rappresentanza politica. Occorreranno adesso altre discussioni e confronti che sarebbero già stati superati se i Consiglieri avessero partecipato alla redazione dell’atto.

- Per capire come sbloccare il regolamento, presentato dalla sottoscritta nei primi mesi del 2018 e sospeso dal Consiglio perché la maggioranza (dei presenti o politica?) deve approfondire gli argomenti (in ODG da mesi), si aspetta una prossima conferenza dei capigruppo (se e quando sarà valida) alla presenza della proponente che, naturalmente, non ha bisogno di approfondimenti e aspetta di conoscere invece quali informazioni hanno bisogno i membri del Consiglio per un voto consapevole;

- è stata archiviata definitivamente la proposta dello streaming, quello vero, cioè in diretta, proposto dalla Cons. Palermo, perché tanto le sedute sono pubbliche;

- per la richiesta di rispetto dell’articolo 30 del regolamento del Consiglio comunale, presentata ormai, si può dire, anni fa, relativa alla relazione trimestrale del Presidente al Consiglio sullo stato di avanzamento delle interrogazioni presentate: la conferenza decide di dare un taglio alla radice e abrogare la norma, con la motivazione che quel comma del regolamento (approvato nella nuova formulazione a fine 2014 mentre questo Consiglio è stato eletto nel 2015) “parrebbe”che non sia mai stato applicato. In rete, prima di quello del 2014, si trova solo un regolamento del 2004 dove questa norma non è presente. Quindi “parrebbe” che sia questa presidenza a non rispettare quel comma del regolamento.

La presidente dice di avere fatto stilare, “già da tempo”, un elenco di tutte le interrogazioni “mettendolo a disposizione per immediata visione ai presenti” e la conferenza all’unanimità definisce praticamente inutile la relazione in Consiglio. Peccato che già da anni, invece di relazionare, per iscritto o oralmente, e quantomeno “mettere a disposizione per immediata visione” prima di ieri tale elenco a chi richiedeva la relazione ci si è nascosti, dietro un lavoro che nemmeno la tela di Penelope, adducendo la difficoltà di creare tale registro. E’ vero che esistono delle situazioni che possono sfuggire alla Presidenza ma, trattandosi di un elenco trimestrale, si sarebbero potuti raccogliere i quesiti degli ultimi mesi, registrando finalmente i ritardi. E invece si decide per una modifica al regolamento: i consiglieri si rivolgano all’assessorato enti locali, non si intende “certificare” eventuali mancanze di informazioni da parte dell’amministrazione.

Sicuramente informare su una “eventuale” mancanza di informazione sarebbe “ultroneo” e “pleonastico”. Soprattutto perché i cittadini già lo sanno che, per questa amministrazione, è gradita solo la comunicazione filogovernativa che vanta perfino successi inesistenti e nasconde evidenti mancanze. Si scrive anche che sarebbe “poco utile per una concreta risoluzione dei problemi della città”. Problemi? Esistono problemi che questa amministrazione non ha già brillantemente risolto o annunciato di risolvere domani?

mercoledì 24 ottobre 2018

L'arroganza della maggioranza

La città di Agrigento si interroghi sul motivo per cui i consiglieri di Forza Italia si scagliano contro il deputato del M5S Michele Sodano. Perché, nonostante i 1000 problemi in Città, ultimamente non si sentono parlare d'altro? Evidentemente il loro obiettivo è quello di schierarsi compatti a difesa del sindaco mentre nelle battaglie in Consiglio comunale non si vedono proprio. Le ultime sedute sarebbero potute essere critiche per il Sindaco con la presenza di un’opposizione compatta. Invece niente. 
Si è parlato di un loro ingresso in giunta. Questo potrebbe spiegare perché sono poco presenti alle sedute comunali e boicottano la sfiducia al Sindaco?
Il Consiglio comunale propone poco e non può chiedere conto e ragione al Sindaco (che non ha presentato nemmeno la relazione degli ultimi 2 anni di mandato) senza che questo giudichi “sgradevole” il fatto che il Consiglio si interessi delle sorti economico-finanziarie della Città. 
Alcuni consiglieri, spesso, aspettano solo la prima approvazione di un punto all’ODG, che da il gettone, per andare a casa. Non è certamente un reato ma sintomo di poco interesse per la città e attenzione solo per la propria carriera politica.
Per lo più si approvano atti dovuti come i debiti fuori bilancio e poi si fanno solo chiacchiere e rinvii.
Parlando dei filogovernativi ufficiali non si può tacere della approssimazione e della arroganza della maggioranza in aula e fuori.
Alcuni dei consiglieri portabandiera di Firetto, che recentemente dovrebbero avere restituito i gettoni per delle sedute di commissione dalla dubbia competenza, ora portano in aula un regolamento praticamente identico a quello sul bilancio partecipativo approvato in aula ma la cui vigenza è stata bloccata dalla maggioranza perché non ci sarebbero le somme da spendere. Le somme da spendere invece ci sono e sono quelle del 2% dell' irpef regionale.
Ora, dopo aver fatto perdere tempo negli uffici, la proposta passerà alle commissioni: altro tempo e gettoni sprecati! Tutto ciò solo per mettere il cappello e togliere merito a chi ha portato in aula l'argomento del bilancio partecipativo per cercare di garantire lo spirito democratico della misura regionale che questa amministrazione ha sempre calpestato.
È sgradevole che l'ultima seduta di Consiglio non si sia tenuta perché i Consiglieri erano assenti, eravamo solo in 5.
È sgradevole pensare che solo in pochi dimostrino di tenere veramente alle sorti della città mentre la maggioranza fa in modo di non far fare troppe brutte figure al sindaco del cambiamento e della rinascita mancate.


mercoledì 17 ottobre 2018

Un’opportunità per evitare il dissesto?

Le casse comunali piangono, è cosa nota.
Si sta facendo di tutto per evitare assurde perdite e riscattare le somme dovute?
Poco si fa per la lotta all’evasione e si fa cassa con errori nelle bollette, magari poi contestate.
Tra multe e fette di prosciutto sugli occhi c’è anche un’altra opportunità per rimpinzare le casse comunali:

L’amministrazione aveva fatto approvare in Consiglio comunale, a fine 2016, un piano delle alienazioni immobiliari che contiene tantissime grandi e piccole superfici PEEP, in diverse aree della città.

Le aree PEEP danno un diritto di superficie a chi realizza delle costruzioni (in edilizia agevolata), un privato o una cooperativa, che acquisisce la concessione pluriennale del bene, ma deve riscattarne la proprietà altrimenti, al termine della concessione, il bene ritorna nel patrimonio comunale.
Tale riscatto diventa, dunque, un’operazione da fare se si vuole vendere più facilmente la propria casa o passare la proprietà ai propri eredi.
Il diritto di superficie diventa diritto di proprietà pagando a mq quanto calcolato dagli uffici comunali attraverso cifre stabilite dalla Commissione Valutazione Beni abbattute, fino anche al 50%, e diminuite dei costi, aggiornati ai valori odierni, delle opere di urbanizzazione realizzate da privati o cooperative.

Inoltre la cifra da dare al Comune potrebbe anche essere dilazionata e gli uffici potrebbero organizzarsi per rendere il passaggio di proprietà più facile e meno oneroso per chi vuole diventare proprietario.
Finora soltanto un cittadino pioniere ha chiesto di riscattare il suo diritto di proprietà e ha pagato 3600 € per 590 mq.
I prezzi, dunque, per questa prima prova, sembrerebbero non eccessivi per eventuali cittadini interessati ad avere il diritto di proprietà sull’immobile e non trasferire, dopo il periodo concordato, la propria casa al comune.

Sarebbe il caso di creare delle simulazioni sui costi finali e di dare indicazioni su come diventare “proprietari” dei propri immobili.
Si salvaguarderebbero sia gli interessi dei cittadini che del comune, lasciando ad ogni famiglia la valutazione soggettiva sull’effettuare o meno tale operazione, in relazione alla propria condizione economica.
La vendita di queste aree potrebbe portare un pò di respiro alle casse comunali. Ci si sarebbe dovuti muovere prima, dopo aver proposto tale opportunità, nel 2016, Avrebbero dovuto lavorare per ottenere qualche risultato.
L'amministrazione anche adesso, però, non sembra intenzionata a pubblicizzare l'iniziativa... non sia mai che entri qualche soldino!?

mercoledì 10 ottobre 2018

Ancora nessuna soluzione efficace per il conferimento dei residui di potatura

Ieri al Consiglio comunale si è parlato ancora di raccolta differenziata per una mozione a mia firma che impegnava l’amministrazione a dare la possibilità ai cittadini di conferire agevolmente e correttamente gli scarti vegetali dei loro giardini.

L’amministrazione si è dimostrata assolutamente impreparata sull’argomento, nonostante le richieste delle ordinanze regionali. Ha confessato che, nonostante il presidio degli operatori nell’unica struttura predisposta, la cosiddetta isola ecologica di piazzale La Malfa, almeno la metà del materiale conferito è stato inserito in sacchi di plastica. Tali sacchi si sono strappati e mescolati con rami e foglie, appena afferrati dagli elementi meccanici per il trasporto, rendendo tutta la massa del materiale non idonea al riuso.

L’amministrazione ha magnificato le nuove isole ecologiche che verranno realizzate al costo, a struttura, di 150mila euro. Tale costo sarà pagato da tutti noi dato che il Comune ha disertato quei bandi che hanno portato anche un milione e mezzo di euro in altre amministrazioni, più piccole ma organizzate, della provincia.

Nelle nuove isole, oltre ai residui di potatura, si potranno conferire anche oli, batterie, RAEE. Ci chiediamo se non diventeranno solo delle minidiscariche dato che non si è riuscita a garantire il controllo della qualità degli scarti verdi. La mancanza di controlli, infatti, porta all’aumento della quantità del materiale destinato alla discarica, con aggravio di costi per i cittadini.

La mozione chiedeva la possibilità di un conferimento degli scarti verdi vicino le proprie abitazioni, in giorni prestabiliti. Magari un servizio a domicilio, a prezzo calmierato, che poteva persino essere opportunità di lavoro.

Nonostante il voto favorevole alla mozione del Consiglio, che è espressione dei cittadini, l’amministrazione ha fatto intendere che niente di tutto questo sarà predisposto e, dunque, anche per i residui di potatura, continueranno i disservizi.

Nonostante le denunce presentate dai vari Consiglieri, durante la seduta, sulle condizioni igienico sanitarie della città, l’assessore ha continuato a magnificare gli sforzi fatti finora (ma cosa è lo sforzo se non produce il risultato sperato?) e il nuovo servizio che renderà tutto bello e pulito. 

L’assessore, esponente della amministrazione della rinascita, del cambiamento e dell’arrogante impreparazione, ha parlato immerso nel rumore e nella disattenzione di un’aula che proprio non gli crede più. Come tutta la città.

lunedì 8 ottobre 2018

Da diritto di superficie a diritto di proprietà. Vedi se ti conviene

Le casse comunali piangono, è cosa nota.

L’amministrazione aveva fatto approvare in Consiglio comunale, lo scorso anno, un piano delle alienazioni immobiliari che contiene tantissime grandi e piccole aree PEEP, in diverse aree della città, il cui diritto di superficie diventa diritto di proprietà pagando a mq quanto calcolato dagli uffici comunali attraverso le cifre stabilite dalla Commissione Valutazione Beni.

Infatti le aree PEEP sostanzialmente danno un diritto di superficie e chi realizza delle costruzioni (edilizia agevolata), un privato o una cooperativa, acquisisce la concessione pluriennale del bene, ma deve riscattarne la proprietà, altrimenti al termine della concessione, il bene ritorna nel patrimonio comunale. Soprattutto è un’operazione da fare se si vuole vendere più facilmente la propria casa.

I prezzi, che erano stati stimati come molto alti invece stanno risultando non eccessivi per eventuali cittadini interessati ad avere il diritto di proprietà sull’immobile.

Tra i documenti in amministrazione trasparente si vede come 590 mq sono stati pagati 3600 €.
Sono delle valutazioni soggettive che ognuno può fare anche in relazione alla propria condizione economica.
Certo la vendita di queste aree potrebbe portare un pò di respiro alle casse comunali. 
L'amministrazione non sembra intenzionata a pubblicizzare l'iniziativa... non sia mai che entri qualche soldino! :-P


https://www.comuneweb.it/egov/Agrigento/ammTrasparente/Provvedimenti/Provvedimenti_dirigenti/dettaglio.183096.2018.html

domenica 7 ottobre 2018

Finalmente certi tempi di risposta per i cittadini che vogliono interagire con l’amministrazione

In questi anni diverse raccolte firme hanno varcato il portone comunale portando appelli e richieste dei cittadini, senza ricevere, spesso, una risposta ufficiale.
Con il regolamento approvato ieri, i cittadini avranno degli utili allegati per facilitare la presentazione di istanze, petizioni e anche proposte che potranno  essere votate in Consiglio comunale. E’ prevista una tempistica di risposta e delle modalità di trattamento degli atti in modo da assicurare una celere e sicura risposta. 
Il regolamento approvato è uno strumento attuativo che permetterà ai cittadini che ne hanno volontà, di partecipare attivamente alla vita comunale.
Ringrazio i colleghi dell’opposizione che erano presenti in aula e hanno mantenuto il numero legale. Li ringrazio anche per avermi dato la possibilità di fare approvare alcuni atti presenti in odg già da Marzo 2018 quali una sollecitazione alla giunta relativamente la possibilità dei matrimoni in spiaggia o in altri luoghi, come hanno ribadito i colleghi.
Altro atto approvato è stato quello relativo all’applicazione di corrimano sulle scale comunali per facilitare la salita e la discesa soprattutto di chi, avanti negli anni, è in difficoltà (certo bisognerebbe anche pulire e tagliare l’erba dalle scale).
Non per ultima di importanza è stata presentata una istanza firmata dalla metà dei Consiglieri per la creazione di una commissione per indagare sui numerosi debiti fuori bilancio che stanno turbando seriamente la tenuta dei conti comunali.
Nella seduta precedente esponenti della maggioranza non avevano invece voluto esaminare la proposta, come indirizzo politico, di risoluzione dell’attuale contratto idrico adducendo motivazioni di non perfetta conoscenza di un tema che anima l’aula comunale e perfino le discussioni intorno la tavola dei cittadina praticamente giornalmente.
I cittadini, sempre invitati ad assistere direttamente alle sedute comunali, ne traggano opportune conclusioni.

Inutile piangere sull'olio versato, pensiamoci prima


 insieme agli attivisti agrigentini abbiamo pensato di proporre una mozione per cercare di evitare l'inquinamento da sversamenti di oleifici

Considerato che dall’inizio della stagione autunnale fino alla metà inoltrata dello stesso periodo dell’anno si assiste, sia nel territorio comunale di Agrigento sia dei comuni limitrofi, alla riapertura dei frantoi, è facile prevedere che anche quest’anno riprenda lo sversamento delle acque di vegetazione residuate dalla lavorazione delle olive.
Negli anni precedenti lo sversamento è stato documentato e denunciato sia da cittadini che da associazioni che si occupano della salvaguardia dell’ambiente.
Tale fenomeno nel territorio del comune di Agrigento si manifesta nel fiume Naro.
Le acque del suddetto fiume provengono a loro volta da altri corsi d’acqua discendenti dalle contrade Burraitotto, Burranito, Gibisa, Malvizzo e Villaggio La Loggia che si trovano al confine tra i comuni di Agrigento, Favara, Naro e Palma di Montechiaro.
Successivamente questi corsi d’acqua indipendenti si uniscono all’interno del territorio comunale di Agrigento per formare un unico corpo principale che lambisce i quartieri agrigentini del Villaggio Mosè (nella zona Mosella) e Cannatello fino a sfociare nelle immediate vicinanze del quartiere di Fiumenaro. 

Dunque è facile presumere (anche se non si hanno i dati dal momento che non sono stati effettuati prelievi e analisi) che l’inquinamento possa riguardare NON solo le acque superficiali, ovvero le acque visibili che scorrono o stagnano in superficie, ma anche:
- le acque sotterranee (tra cui le falde acquifere);
- i terreni in cui questi oli vengono scaricati (nel caso in cui lo sversamento non avvenga direttamente nel corso d’acqua);
- i terreni che entrano a contatto con l’acqua durante il suo percorso verso la foce o durante la filtrazione;
- le acque di transizione ovvero le acque salmastre presenti alla foce che derivano dal mescolamento dell’acqua dolce proveniente dal fiume e dell’acqua salata proveniente dal mare;
- le acque della fascia costiera limitrofa.

L’emissione di tali sostanze innesca processi veri e propri dell’inquinamento perché sono sostanze resistenti alla degradazione biologica quindi hanno spiccate proprietà tossiche per tutti gli organismi sottoposti a un’eccessiva concentrazione.
Non solo ma hanno la capacità di ostacolare la corretta ossigenazione dell’acqua.
Infatti la componente oleosa che galleggia in superficie crea un “velo” che non permette lo scambio gassoso tra acqua ed aria. Una delle tante conseguenze è quindi la morte per soffocamento degli organismi in quanto l’acqua risulta carente in ossigeno.
Per questo motivo, dal punto di vista biologico e biochimico, 1 m3 di acque di vegetazione ha un potere inquinante addirittura fino a 200 volte superiore rispetto a 1 m3 di acque reflue urbane!

I trasgressori sono penalmente perseguibili per reato ambientale.  
Per questo, come Movimento 5 stelle Agrigento, abbiamo presentato una mozione per impegnare l’amministrazione attiva a
          creare un’azione sinergica fra tutti i Comuni circostanti nel cui territorio insistono frantoi in modo da controllare, attraverso anche le polizie municipali, che non si realizzino smaltimenti illeciti;
          chiedere la collaborazione di enti preposti, associazioni e cittadini per garantire il presidio del territorio anche attraverso una piccola campagna di sensibilizzazione ambientale (interviste, comunicati)


lunedì 1 ottobre 2018

risposte su Terravecchia



Questa è la risposta alla seguente interrogazione:



24/6/18 Oggetto: Interrogazione per il question time su "Progetto Terravecchia"

La sottoscritta Marcella Carlisi, Consigliera comunale del Movimento 5 Stelle,

· Considerato che a Gennaio 2015, durante i lavori per il progetto "Terravecchia di Girgenti" si sono ritrovati cisterne, pozzi, sistemi di regimentazione di acque di scorrimento superficiale, un camminamento ipogeico al quale si accede tramite una scala rinvenuta in adiacenza al lato sud dell' atrio dell' ex istituto Schifano, i resti della chiesa si San Giovanni di Dio;

· Vista la risposta nel question time del 19/7/16 riguardo: “lo studio di una variante architettonica, in grado di perseguire le finalità del programma, ovvero la realizzazione di alloggi da offrire in locazione, nonché migliorare le infrastrutture dei quartieri caratterizzati da forte disagio abitativo e al contempo rispettare la storia del luogo mediante la realizzazione di un organismo architettonico compatibile con la particolare morfologia storica del sito. La redigenda perizia, infatti, prevede: il recupero della chiesa di S. Giovanni di Dio mediante interventi di restauro e di riconfigurazione, il recupero e la valorizzazione dei locali seminterrati, lavatoio, ma potrebbe, in realtà, essere anche una mangiatoia, rinvenuto nell'area compresa tra il cortile Guarraci e la chiesa di S. Giovanni di Dio. Il recupero degli antichi percorsi urbani, chiaramente palesati alla morfologia dei manufatti rinvenuti, verrà dunque riaperto l'antico collegamento viario, che dal cortile Guarraci permetteva di raggiungere la chiesa di S. Giovanni di Dio e il cortile Raccomandati.

Si prevede inoltre la rifunzionalizzazione dell'antica scala che dal piano della chiesa conduceva al cortile Santa Maria della Neve, riconnettendo la intera area agli assi viari che da tempo immemorabile ne permettevano l'accesso. Le notevoli testimonianze archeologiche rinvenute, verranno ulteriormente valorizzate creando un apposito spazio pubblico urbano, con accesso diretto alla Salita Sant' Antonio; in tale spazio che sarà suddiviso in due parti i cittadini e i turisti potranno ammirare parte del ritrovamento in situ e nel contempo percorrere il camminamento ipogeico rinvenuto parallelamente alla salita Sant' Antonio, mentre altri reperti potranno essere esposti in adiacenza all'interno dei costruendi locali. Le variazioni architettoniche tengono conto della particolare morfologia del sito, adattandosi ai terrazzamenti rinvenuti e al contempo rispettando le tipologie edilizie e strutturali del sito. Il nuovo edificio, pertanto, si svilupperà in conformità dei livelli di posa rinvenuti, limitando al minimo indispensabili gli scavi. Il recupero della chiesa permetterà il suo utilizzo per attività sociali, disimpegnando le aree destinate dal progetto originario a tale attività, le quali saranno realizzate per la realizzazione del parco archeologico integrato dell' edificio.;

· Considerato che la via san’Antonio non è ancora stata ripristinata interamente come scalinata ma la parte bassa è ancora una strada molto ripida che crea disagi ai turisti che visitano il centro storico anche perché la segnaletica la indica come unica via per giungere alla Cattedrale, al Museo Diocesano, alla chiesa di Santa Maria dei Greci;

interroga per sapere

Quando si prevede di realizzare quanto previsto 2 anni fa e indicato in premessa e soprattutto quando verrà ripristinata la via San’Antonio.

Dfb: facciamo una commissione d'indagine?

Non ci sono soldi.

Ormai frase di rito anche per i servizi essenziali. Tra i tanti soldi che non si trovano anche quelli per pagare integralmente i servizi nelle scuole per l’ assistenza all'autonomia dei piccoli agrigentini.

L’amministrazione insegue i soldi ma finiscono sempre nel buco nero dei debiti fuori bilancio legati a cause legali perse dal Comune. In arrivo in Consiglio un’altra pioggia di debiti da ratificare.

Più volte è stato proposto, anche da parte di altri colleghi, la costituzione di una commissione speciale di indagine sui debiti fuori bilancio per indagare sulle cause e trovare soluzioni.

La commissione, come da regolamento per il funzionamento del consiglio comunale, viene attivata su proposta del presidente del consiglio, su istanza sottoscritta da almeno un terzo dei consiglieri (dunque più di 10) o a seguito di segnalazione di gravi irregolarità da parte del Collegio dei revisori dei Conti.

Come Consigliere mi rendo disponibile a firmare l’istanza e anche a scriverla se necessario. Faccio appello a tutti i consiglieri, soprattutto a chi si è dimostrato nel tempo disponibile a creare tale commissione.

Facciamo chiarezza.

Inoltre auspico sempre che sia portata avanti la possibilità di una proposta di sfiducia.

mercoledì 5 settembre 2018

La montagna ha partorito un topolino.. deforme



Dopo 2 mesi arriva la nuova ordinanza sulla raccolta differenziata che modifica parzialmente la 99/2018 che aveva impensierito tanti cittadini e che era stata sospesa verbalmente, in spregio alla convenzione sociale mondialmente riconosciuta che pretende che le regole sia scritte, possibilmente senza possibilità di interpretazione.
Eliminato l’orario “estivo” si procede ad un unico orario di esposizione dei mastelli che è quello dalle 21 del giorno precedente FINO ad INTERVENUTA RACCOLTA da parte degli operatori e, in ogni caso, entro le 16 mentre prima entro le 15. Sembrerebbe dire che i contenitori vanno ritirati immediatamente dopo la raccolta e che in ogni caso, praticamente se la raccolta non è avvenuta, entro le 16 dobbiamo rientrare i mastelli pieni. Quindi una deroga che vale più per gli operatori che per i cittadini a cui l’amministrazione si riserva di far effettuare la raccolta al massimo entro le 16. Insomma veramente oltre al “vinni l’acqua” siamo condannati al “sa purtaru a munnizza?”.




I cittadini che non hanno ancora i contenitori possono comprarseli e mettere obbligatoriamente il proprio nome: insomma sulla privacy ad Agrigento si applica una legge diversa dal resto del territorio nazionale?
Questo è un errore enorme che un’amministrazione non si può permettere di fare!
Per il conferimento dell’ umido EVENTUALMENTE IN ECCESSO si può usare il contenitore verde, ciò significa che il sottolavello va messo fuori e quello che non ci va si mette nel verde?
Possibile che in 2 mesi non si sia potuto scrivere bene un testo che da delle regole?
Tutto poi deve essere messo all’ interno dei mastelli. Inoltre non si dice niente su scatole di cartone ben ripiegato fuori o sacchi di plastica fuori dal mastello: tutto deve essere inserito dentro.
In tale ordinanza non si tiene, nemmeno nominandolo, conto dell’atto del Consiglio comunale del mese scorso che inchiodava le carenze della vecchia ordinanza. Tutto ciò è in linea con la condotta sindacale che non considera l’organo consiliare, espressione dei cittadini, se non come bacino per la designazione degli assessori.

Mancano ancora all’ appello le ordinanze relative a cosa poter conferire nelle isole ecologiche, quali sono aperte e con quali orari e quali sono i luoghi dei centri di prossimità e gli orari mentre alcuni centri di trasferenza mancano di ordinanza di individuazione.
Tutti servizi che i cittadini pagano!
Una mancanza di documenti, a partire dal famoso regolamento della differenziata, che è veramente assurda, denota superficialità, approssimazione e perfino sciatteria che tutti noi cittadini paghiamo cara.
Inoltre l’ assenza di regole scritte e soprattutto SCRITTE BENE può comportare  interpretazioni diverse da parte di cittadini, operatori e vigili. Ci sarà un'altra smentita dell’ordinanza?


mercoledì 29 agosto 2018

Metafora: leccaculi di Sicilia

C’era una volta un impiegato che faceva il suo dovere, amava l’onestà e lavorava in onestà.

Un giorno, un dirigente raccomandato venne a dirigere l’ufficio.
Era una persona abituata a fare le soverchierie e agiva in spregio all’onestà. Ciò che voleva doveva essere suo e pretendeva di comandare tutti a bacchetta.

I colleghi  cercarono di fare fronte comune per far sopravvivere l’ufficio e continuare il lavoro anche se molti, in realtà, quando potevano, “se la scacciavano” perché tanto c’era il solito impiegato che lavorava per tutti.

Venne Agosto, il momento delle ferie. L’impiegato aveva lavorato tanto ma tutti avevano prenotato con le famiglie e restò da solo in ufficio a lavorare. Le ferie le avrebbe prese poi, ma non per riposarsi. Infatti aveva un obiettivo: studiava per prendere quella laurea che non si era potuto permettere quando era giovane.

Era stanco la mattina quando andava a lavoro ma ci metteva sempre tutto l’impegno possibile.

Un giorno uno degli impiegati gli raccontò che stava facendo raccomandare dal dirigente sua figlia per entrare nell’università in cui era professore un cugino del dirigente.

L’impiegato ci restò male, tenne per se la confidenza perché non aveva nemmeno il tempo di raccontarla agli altri. Nel frattempo comunque la fama del dirigente che raccomandava ed era disponibile per fare "favori" si spargeva in giro per l'ufficio e tante lingue accorsero per leccare anche da uffici di piani diversi.

Si avvicinava il giorno dell’esame di laurea per l’impiegato che necessitava dei giorni per concentrarsi e studiare. Li chiese al dirigente ma quello gli rispose con arroganza e lo riproverò perché piuttosto che studiare, visto che tanto era stupido e non di buona famiglia, doveva fare urgentemente una pratica per suo cugino professore.

L’impiegato ci restò male e se ne lamentò con quello che gli aveva confidato della raccomandazione per la figlia, chiedendo solidarietà. Il collega gli disse che non se la sentiva nemmeno di dargli la sua solidarietà visto il favore che stava ricevendo.

L’impiegato allora andò a protestare all’ufficio del personale per avere quelle ferie che non aveva ancora ricevuto, qualcun altro poteva fare quel lavoro al posto suo.

Così ebbe le ferie e potè fare l’esame ma il dirigente, informato della segnalazione all’ufficio personale, se la prese con tutto l’ufficio e fece capire che non avrebbe più raccomandato la figlia dell’impiegato che lo aveva richiesto.

Tutti cercarono di rabbonire il dirigente, si scusarono e leccarono le sue scarpe. Fecero fronte comune contro l’impiegato che voleva solo avere le sue ferie per studiare e laurearsi. Dicevano perfino che era invidioso della figlia del collega che poteva entrare in un'università prestigiosa e che infatti si era lamentato con l'ufficio del personale solo per invidia.

Aiutarono il dirigente nel mobbing e anzi lo sostituirono per non farlo stancare troppo. Fecero di tutto per fare del male all’impiegato che nel frattempo, con la laurea, trovò un altro e migliore lavoro e lasciò i suoi ex colleghi a rincorrere culi da leccare.



venerdì 17 agosto 2018

Dovremo scegliere tra lavarci o lavare i mastelli?


Un’estate di disservizi idrici ha colpito i cittadini di Agrigento. I ritardi sono stati, spesso, prima subiti e poi comunicati con continui cambi turno e modeste erogazioni che arrivano persino ad impedire di programmare la vita delle famiglie.
Le perdite segnalate dai cittadini non vengono riparate prontamente. Mentre si vede scorrere l’acqua per strada si guarda al proprio rubinetto secco e al continuo passare di autobotti che ci riporta indietro nel tempo.
Una piaga tutta agrigentina che non è per niente attenzionata da questa amministrazione. Come tutti gli altri problemi la responsabilità è sempre di qualcun altro e sull’acqua il gioco è facile: scaricabarile mentre si scaricano le cisterne degli agrigentini.
Eppure, anche se il servizio non è comunale, il sindaco, come responsabile della salute pubblica ha il dovere di vigilare e non fare finta di niente. Invece ha ignorato, per tutta l’estate, totalmente, il problema.
Se fra il serio e il faceto trova altro a cui pensare ricordiamo che la sua ordinanza sulla spazzatura del 5 luglio, mai ritirata seppure detta errata, prescrive tra l’altro la pulizia dei mastelli. Con cosa? Dovremo scegliere tra lavarci o lavare i mastelli?
Paghiamo una quota fissa che è in molti casi superiore a quanto pagano di consumo in un anno la maggior parte degli italiani. Il servizio è già praticamente pagato con quella somma (che per le seconde case è circa 160 €) e poi servirci l’acqua è un optional?
Tanto gli agrigentini sopportano tutto.
Una mozione a mia firma è stata presentata nell’acme dell’emergenza, prima del rovente periodo di agosto, ma è finita nel buco nero dell’ODG del Consiglio comunale che risucchia gli atti di governo e gestisce solo debiti fuori bilancio.

mercoledì 8 agosto 2018

Centri di prossimità indicati più o meno

In alcune zone non sarà possibile fare il porta a porta.
Il Comune dovrà individuare 18 zone dove i residenti di case sparse o a bassissima densità abitativa potranno depositare i propri rifiuti.
Saranno 18 e l'amministrazione deve trovarli prima dell' inizio del servizio perché si dovranno censire gli utenti e dotare di chiave o tessera magnetica.
Nonostante la presenza dei diversi cassonetti bisognerà conferire solo il materiale che sarà raccolto secondo il turno.
Inoltre si dovranno trovare 6 centri di trasferenza.






Le foto delle zone del servizio porta a porta fatte ieri













domenica 5 agosto 2018

Amministrazione agrigentina palesemente e spudoratamente lontana dal risolvere i problemi cittadini: nuova lettera al Prefetto

Inviata al Prefetto di Agrigento una nuova lettera su azioni URGENTI e necessarie per ristabilire igiene, decoro e SPERANZA nella città di Agrigento
Dall’ultima comunicazione intercorsa a Giugno con sua Eccellenza, la situazione si è aggravata perché non si è fatta prevenzione verso lo sporco anche in vista dell’aumento della popolazione: chi viene ad Agrigento per le vacanze non ha mastelli e soprattutto non sa dove e come buttare la spazzatura.
I cestini per i rifiuti sono stati tolti da alcune zone della città, perché tanto non vengono svuotati. I rifiuti si accumulano attorno ai pochi che ancora esistono, con graziose composizioni di sacchettini con deiezioni canine. 
Un ordine per 90 nuovi cestini è partito SOLO a fine giugno e non sono ancora arrivati: quasi 50mila €. 
35 sono preziosissimi, addirittura da 690 € (IVA INCLUSA): avremmo bisogno di igiene e di un servizio che funzioni, non di cestini sciccosi!
Gli  animali, più o meno grandi, morti per strada restano sull’asfalto. Lo spazzamento non esiste. Il diserbo nemmeno, con la possibilità di catastrofici incendi. 
Il sindaco dice che i netturbini si dedicano quasi tutti alla raccolta e non ce ne sono abbastanza per fare lo spazzamento. Perché mai? Chi ne ha chiesto la diminuzione del numero a fronte di un servizio che, con la differenziata, diventava più impegnativo? L’amministrazione!
Il controllo costa ma serve e potrebbe farci risparmiare. Studiando il numero di netturbini ottimale per la città, il personale avrebbe potuto contestare eventuali non conformità di conferimento durante la raccolta: ma sono troppe le utenze e pochi i lavoratori oppure il servizio non è organizzato con efficienza. L’assessore ha detto che ogni giorno il 5 % delle utenze, che dovrebbero usufruire del porta a porta, non viene servito, siamo sicuri che sia solo il 5%? 
Con delle isole automatizzate nelle zone più lontane non avremmo avuto il problema della spazzatura che si accumula nelle zone non servite e la qualità della differenziata sarebbe stata migliore. Naturalmente le zone dovrebbero essere video sorvegliate. Sparse per la città ci sono 4 o 5 involucri per la raccolta che occupano spazi pubblici ma sono in disuso e non funzionano ormai da anni.
La nostra differenziata non è di qualità, non rende molto e un bel po’ finisce, alla fine di costosi trattamenti, in discarica ma, per l’ennesimo comunicato “governativo” di ieri, va tutto bene.
E’ necessario che l’amministrazione emani il regolamento per la differenziata che dicevano fosse quasi pronto già a metà marzo. 
Invece del regolamento, l’amministrazione ha emanato un’ordinanza sindacale che prevede potenziali sanzioni per la maggioranza dei cittadini. Ne è stata promessa una riedizione con i giusti provvedimenti ma l’ordinanza, emessa il 5 Luglio, vige intonsa da un mese. 
I cittadini si sentono presi in giro e si perde sempre più la fiducia, non solo  in questa amministrazione, ma anche nelle istituzioni in genere. 
Come rappresentante dello Stato, il Prefetto, ha l’autorità per far rispettare il nostro diritto di cittadini a non essere sottomessi a leggi assurde, che la stessa amministrazione dice non adeguate.
Questa amministrazione è palesemente e spudoratamente lontana dallo studiare e portare soluzioni ai problemi cittadini. Quando non può negare che tutto va male cerca un capro espiatorio e, per rimanere sulla cresta dell’onda, un nastro da tagliare o un evento organizzato da altri a cui presenziare.
Prima che Agrigento cambi, ancora e sempre in peggio, intervenga il Prefetto.
Ormai è chiaro che la rinascita di Agrigento, per questa amministrazione, si ottiene con il metodo della fenice: prima bisogna passare dalle ceneri! 
In questa estate calda e puzzolente, non servono novelli Nerone: in cenere c’è già la pazienza dei cittadini verso questa amministrazione che non vuole andare a casa. 




La lettera:
Al Prefetto di Agrigento

Oggetto:  azioni URGENTI e necessarie per ristabilire igiene, decoro e SPERANZA nella città di Agrigento
Ecc. mo Sig. Prefetto,
purtroppo dall’ultima comunicazione, come si vede, in città qualcosa è cambiato ma solo in peggio.
Le promesse della politica sono rimaste tali, cristallizzate. Praticamente quelle dei mesi scorsi. I report sono scoraggianti mentre le note stampa dell’amministrazione dicono che va tutto bene.
Nella precedente lettera Le avevo scritto: “I sacchi di spazzatura sono sparsi in tutta la città e adesso si trovano anche direttamente sotto le abitazioni, si degradano per il caldo e si riempiono di insetti, con pericolo per la salute pubblica. Inoltre sono praticamente spariti i netturbini che spazzavano la città e ne svuotavano i cestini. Le isole ecologiche sono spesso chiuse. Chi dovrebbe controllare la gestione del servizio non lo fa in modo efficace. Il servizio, che procede a singhiozzo e nell’incertezza, sta portando onesti e volenterosi cittadini all’esasperazione con il rischio di aumentare del numero di quegli “incivili” che l’amministrazione individua quasi come unici responsabili dell’emergenza.”
La situazione descritta si è aggravata perché la popolazione è aumentata e, per lo più, chi viene ad Agrigento per le vacanze non ha mastelli e soprattutto non sa dove e come buttare la spazzatura.
I cestini per i rifiuti sono stati tolti da alcune zone della città, perché tanto non vengono svuotati. Le persone accumulano, presso quelli che ancora esistono, i rifiuti che non sanno dove buttare, tra cui tanti sacchetti con deiezioni canine.
Di cestini se ne sono comprati altri ma il nuovo ordine è partito SOLO a fine giugno e non sono ancora arrivati: quasi 50mila € per 90 cestini. 35 sono preziosissimi, addirittura da 690 € (iva inclusa): avremmo bisogno di igiene e di un servizio che funzioni, non di eleganza!
“Un importantissimo presidio di cui il Comune non si è ancora dotato è il regolamento per la raccolta differenziata, previsto anche dal legislatore regionale. Tale regolamento sarebbe utile per stabilire regole e disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti cittadina, dando indicazioni alla cittadinanza su diritti e doveri e così anche agli operatori ecologici per la tutela del decoro e dell’igiene ambientale.” Anche questo è uno stralcio della vecchia nota che Le ho inviato l’11 Giugno.
Non so se ricorda che, telefonicamente, mi aveva promesso che avrebbe provato a convincere l’amministrazione a emanare il regolamento citato. Purtroppo non c’è ancora e non solo: un mese fa l’amministrazione ha emanato un’ordinanza sindacale che prevedeva sanzioni per chi metteva i mastelli sotto casa prima delle 23, per chi non li ritirava entro le 15, per chi metteva materiale fuori dal mastello prescritto o non utilizzava quello del giusto colore senza nessuna considerazione per la popolazione anziana, per gli esercizi commerciali, per chi lavora fuori casa l’intera giornata, per chi (grazie alla mancata previdenza dell’amministrazione) non ha il mastello (perché è stato dato a circa il 50% delle utenze), per chi non lava i mastelli (qui aprirei altro argomento perché come responsabile della salute pubblica il sindaco dovrebbe monitorare l’approvvigionamento idrico: alcuni utenti lamentano turni di acqua oltre i 15 giorni) e altro. Tale ordinanza è stata detta errata e da modificare. Ne è stata promessa una riedizione con i giusti provvedimenti, perché questa era stata fatta da un dirigente “straniero” ma, emessa il 5 Luglio, è più di un mese che è lì. Ed è legge. Su questo La prego di intervenire perché non si può prendere in giro così i cittadini. Tutta la città, per un motivo o per un altro e per colpa della mancanza di organizzazione e programmazione dell’amministrazione attiva, è passibile di multe per questa ordinanza. Come rappresentante dello Stato è l’unico che ha possibilità di far rispettare il nostro diritto di cittadini a non essere sottomessi a leggi assurde che la stessa amministrazione dice non valide.
In città, per il gran caldo, muoiono animali più o meno grandi ma restano per strada, si legge anche sui social network e sui giornali. Lo spazzamento non esiste. Il diserbo nemmeno, con la possibilità di catastrofici incendi. Il sindaco dice che ci sono pochi spazzini e che fanno la raccolta. Perché mai sono pochi? Chi ne ha diminuito il numero? L’amministrazione!
Il controllo costa ma fa risparmiare, con un numero decente di raccoglitori, si poteva controllare anche il contenuto dei mastelli lasciando le non conformità: ma sono troppe le utenze e pochi i lavoratori oppure il servizio non è organizzato con efficienza. L’assessore ha detto che ogni giorno il 5 % delle utenze che dovrebbero usufruire del porta a porta non viene servito. Dalle lamentele e dalla probabilità che qualcuno vada in ferie in questo affollato periodo estivo, immagino sia anche di più del 5%. Si lamentano utenze di Cannatello e di Fontanelle.
Con delle isole automatizzate nelle zone più lontane non avremmo avuto il problema della spazzatura che si accumulava nelle zone non servite, ci sarebbe stato in controllo perché gli sportelli si sarebbero aperti solo per gli utenti registrati e la differenziata sarebbe rimasta pulita. Naturalmente le zone dovevano essere video sorvegliate. Sparse per la città ci sono 4 o 5 di questi involucri per la raccolta che occupano spazi pubblici ma sono in disuso e non funzionano ormai da anni.
La nostra differenziata non è buona, non rende molto e un bel po’ finisce in discarica: cartone in fascia zero (e adesso sarà sottoposto ad un processo più oneroso per una migliore selezione) e la ditta che lo tratta ci chiede soldi (forse per il conferimento in discarica), per plastica e metalli paghiamo già 120 € a tonnellata per il loro processo (mentre quella che arriva dalle isole ecologiche ne costava 50  a tonnellata). Questo lo ho appreso dai giornali perché l’ennesimo comunicato “governativo” di oggi dice che va tutto bene.
Il mio rapporto da Consigliere comunale con l’amministrazione attiva non è buono: non riesco ad avere le informazioni che vorrei. Per lo più non so a chi chiederle perché quando dicono una cosa, perfino ufficialmente in Consiglio, può capitare che l’indomani venga smentita sulla stampa. Come cittadina, votata da altri cittadini per il controllo e l’indirizzo, mi sento umiliata insieme ai miei concittadini. Mi sento presa in giro. Vacilla la mia fiducia nelle istituzioni.
Sarà solo un’impressione ma mi sembra che una forza che avvolge tutto mi voglia mettere nelle condizioni di non agire più e di restare inerte a vedere come questa mia povera Città viene inesorabilmente distrutta.
Ci sarebbe, tra le altre, anche la spinosissima questione delle strade agrigentine con circa 4 milioni di euro destinati nella TASI del 2018 alle infrastrutture stradali ma solo 300mila € effettivamente stanziati mentre altri soldi disponibili sono destinati ad opere “chic”, il nuovo piazzale Giglia, che sarà difficilmente raggiungibile se si continua nella chiusura delle strade. Anche questa è un’emergenza che sta impedendo a tutti noi di circolare liberamente in Città con il sindaco che cade dalle nuvole e non si assume le sue responsabilità sulla vicenda.
Ancora una volta mi rivolgo a Lei in quanto rappresentante dello Stato, viste le gravissime criticità e le condizioni di pregiudizio per la salute pubblica, al fine di chiederLe un intervento sulla gestione dei rifiuti in Città, sollecitando le azioni necessarie per ristabilire igiene e decoro ma anche di ridare una speranza nelle istituzioni a tutti noi cittadini.
Distinti saluti

Agrigento 5/818