mercoledì 29 agosto 2018

Metafora: leccaculi di Sicilia

C’era una volta un impiegato che faceva il suo dovere, amava l’onestà e lavorava in onestà.

Un giorno, un dirigente raccomandato venne a dirigere l’ufficio.
Era una persona abituata a fare le soverchierie e agiva in spregio all’onestà. Ciò che voleva doveva essere suo e pretendeva di comandare tutti a bacchetta.

I colleghi  cercarono di fare fronte comune per far sopravvivere l’ufficio e continuare il lavoro anche se molti, in realtà, quando potevano, “se la scacciavano” perché tanto c’era il solito impiegato che lavorava per tutti.

Venne Agosto, il momento delle ferie. L’impiegato aveva lavorato tanto ma tutti avevano prenotato con le famiglie e restò da solo in ufficio a lavorare. Le ferie le avrebbe prese poi, ma non per riposarsi. Infatti aveva un obiettivo: studiava per prendere quella laurea che non si era potuto permettere quando era giovane.

Era stanco la mattina quando andava a lavoro ma ci metteva sempre tutto l’impegno possibile.

Un giorno uno degli impiegati gli raccontò che stava facendo raccomandare dal dirigente sua figlia per entrare nell’università in cui era professore un cugino del dirigente.

L’impiegato ci restò male, tenne per se la confidenza perché non aveva nemmeno il tempo di raccontarla agli altri. Nel frattempo comunque la fama del dirigente che raccomandava ed era disponibile per fare "favori" si spargeva in giro per l'ufficio e tante lingue accorsero per leccare anche da uffici di piani diversi.

Si avvicinava il giorno dell’esame di laurea per l’impiegato che necessitava dei giorni per concentrarsi e studiare. Li chiese al dirigente ma quello gli rispose con arroganza e lo riproverò perché piuttosto che studiare, visto che tanto era stupido e non di buona famiglia, doveva fare urgentemente una pratica per suo cugino professore.

L’impiegato ci restò male e se ne lamentò con quello che gli aveva confidato della raccomandazione per la figlia, chiedendo solidarietà. Il collega gli disse che non se la sentiva nemmeno di dargli la sua solidarietà visto il favore che stava ricevendo.

L’impiegato allora andò a protestare all’ufficio del personale per avere quelle ferie che non aveva ancora ricevuto, qualcun altro poteva fare quel lavoro al posto suo.

Così ebbe le ferie e potè fare l’esame ma il dirigente, informato della segnalazione all’ufficio personale, se la prese con tutto l’ufficio e fece capire che non avrebbe più raccomandato la figlia dell’impiegato che lo aveva richiesto.

Tutti cercarono di rabbonire il dirigente, si scusarono e leccarono le sue scarpe. Fecero fronte comune contro l’impiegato che voleva solo avere le sue ferie per studiare e laurearsi. Dicevano perfino che era invidioso della figlia del collega che poteva entrare in un'università prestigiosa e che infatti si era lamentato con l'ufficio del personale solo per invidia.

Aiutarono il dirigente nel mobbing e anzi lo sostituirono per non farlo stancare troppo. Fecero di tutto per fare del male all’impiegato che nel frattempo, con la laurea, trovò un altro e migliore lavoro e lasciò i suoi ex colleghi a rincorrere culi da leccare.



venerdì 17 agosto 2018

Dovremo scegliere tra lavarci o lavare i mastelli?


Un’estate di disservizi idrici ha colpito i cittadini di Agrigento. I ritardi sono stati, spesso, prima subiti e poi comunicati con continui cambi turno e modeste erogazioni che arrivano persino ad impedire di programmare la vita delle famiglie.
Le perdite segnalate dai cittadini non vengono riparate prontamente. Mentre si vede scorrere l’acqua per strada si guarda al proprio rubinetto secco e al continuo passare di autobotti che ci riporta indietro nel tempo.
Una piaga tutta agrigentina che non è per niente attenzionata da questa amministrazione. Come tutti gli altri problemi la responsabilità è sempre di qualcun altro e sull’acqua il gioco è facile: scaricabarile mentre si scaricano le cisterne degli agrigentini.
Eppure, anche se il servizio non è comunale, il sindaco, come responsabile della salute pubblica ha il dovere di vigilare e non fare finta di niente. Invece ha ignorato, per tutta l’estate, totalmente, il problema.
Se fra il serio e il faceto trova altro a cui pensare ricordiamo che la sua ordinanza sulla spazzatura del 5 luglio, mai ritirata seppure detta errata, prescrive tra l’altro la pulizia dei mastelli. Con cosa? Dovremo scegliere tra lavarci o lavare i mastelli?
Paghiamo una quota fissa che è in molti casi superiore a quanto pagano di consumo in un anno la maggior parte degli italiani. Il servizio è già praticamente pagato con quella somma (che per le seconde case è circa 160 €) e poi servirci l’acqua è un optional?
Tanto gli agrigentini sopportano tutto.
Una mozione a mia firma è stata presentata nell’acme dell’emergenza, prima del rovente periodo di agosto, ma è finita nel buco nero dell’ODG del Consiglio comunale che risucchia gli atti di governo e gestisce solo debiti fuori bilancio.

mercoledì 8 agosto 2018

Centri di prossimità indicati più o meno

In alcune zone non sarà possibile fare il porta a porta.
Il Comune dovrà individuare 18 zone dove i residenti di case sparse o a bassissima densità abitativa potranno depositare i propri rifiuti.
Saranno 18 e l'amministrazione deve trovarli prima dell' inizio del servizio perché si dovranno censire gli utenti e dotare di chiave o tessera magnetica.
Nonostante la presenza dei diversi cassonetti bisognerà conferire solo il materiale che sarà raccolto secondo il turno.
Inoltre si dovranno trovare 6 centri di trasferenza.






Le foto delle zone del servizio porta a porta fatte ieri













domenica 5 agosto 2018

Amministrazione agrigentina palesemente e spudoratamente lontana dal risolvere i problemi cittadini: nuova lettera al Prefetto

Inviata al Prefetto di Agrigento una nuova lettera su azioni URGENTI e necessarie per ristabilire igiene, decoro e SPERANZA nella città di Agrigento
Dall’ultima comunicazione intercorsa a Giugno con sua Eccellenza, la situazione si è aggravata perché non si è fatta prevenzione verso lo sporco anche in vista dell’aumento della popolazione: chi viene ad Agrigento per le vacanze non ha mastelli e soprattutto non sa dove e come buttare la spazzatura.
I cestini per i rifiuti sono stati tolti da alcune zone della città, perché tanto non vengono svuotati. I rifiuti si accumulano attorno ai pochi che ancora esistono, con graziose composizioni di sacchettini con deiezioni canine. 
Un ordine per 90 nuovi cestini è partito SOLO a fine giugno e non sono ancora arrivati: quasi 50mila €. 
35 sono preziosissimi, addirittura da 690 € (IVA INCLUSA): avremmo bisogno di igiene e di un servizio che funzioni, non di cestini sciccosi!
Gli  animali, più o meno grandi, morti per strada restano sull’asfalto. Lo spazzamento non esiste. Il diserbo nemmeno, con la possibilità di catastrofici incendi. 
Il sindaco dice che i netturbini si dedicano quasi tutti alla raccolta e non ce ne sono abbastanza per fare lo spazzamento. Perché mai? Chi ne ha chiesto la diminuzione del numero a fronte di un servizio che, con la differenziata, diventava più impegnativo? L’amministrazione!
Il controllo costa ma serve e potrebbe farci risparmiare. Studiando il numero di netturbini ottimale per la città, il personale avrebbe potuto contestare eventuali non conformità di conferimento durante la raccolta: ma sono troppe le utenze e pochi i lavoratori oppure il servizio non è organizzato con efficienza. L’assessore ha detto che ogni giorno il 5 % delle utenze, che dovrebbero usufruire del porta a porta, non viene servito, siamo sicuri che sia solo il 5%? 
Con delle isole automatizzate nelle zone più lontane non avremmo avuto il problema della spazzatura che si accumula nelle zone non servite e la qualità della differenziata sarebbe stata migliore. Naturalmente le zone dovrebbero essere video sorvegliate. Sparse per la città ci sono 4 o 5 involucri per la raccolta che occupano spazi pubblici ma sono in disuso e non funzionano ormai da anni.
La nostra differenziata non è di qualità, non rende molto e un bel po’ finisce, alla fine di costosi trattamenti, in discarica ma, per l’ennesimo comunicato “governativo” di ieri, va tutto bene.
E’ necessario che l’amministrazione emani il regolamento per la differenziata che dicevano fosse quasi pronto già a metà marzo. 
Invece del regolamento, l’amministrazione ha emanato un’ordinanza sindacale che prevede potenziali sanzioni per la maggioranza dei cittadini. Ne è stata promessa una riedizione con i giusti provvedimenti ma l’ordinanza, emessa il 5 Luglio, vige intonsa da un mese. 
I cittadini si sentono presi in giro e si perde sempre più la fiducia, non solo  in questa amministrazione, ma anche nelle istituzioni in genere. 
Come rappresentante dello Stato, il Prefetto, ha l’autorità per far rispettare il nostro diritto di cittadini a non essere sottomessi a leggi assurde, che la stessa amministrazione dice non adeguate.
Questa amministrazione è palesemente e spudoratamente lontana dallo studiare e portare soluzioni ai problemi cittadini. Quando non può negare che tutto va male cerca un capro espiatorio e, per rimanere sulla cresta dell’onda, un nastro da tagliare o un evento organizzato da altri a cui presenziare.
Prima che Agrigento cambi, ancora e sempre in peggio, intervenga il Prefetto.
Ormai è chiaro che la rinascita di Agrigento, per questa amministrazione, si ottiene con il metodo della fenice: prima bisogna passare dalle ceneri! 
In questa estate calda e puzzolente, non servono novelli Nerone: in cenere c’è già la pazienza dei cittadini verso questa amministrazione che non vuole andare a casa. 




La lettera:
Al Prefetto di Agrigento

Oggetto:  azioni URGENTI e necessarie per ristabilire igiene, decoro e SPERANZA nella città di Agrigento
Ecc. mo Sig. Prefetto,
purtroppo dall’ultima comunicazione, come si vede, in città qualcosa è cambiato ma solo in peggio.
Le promesse della politica sono rimaste tali, cristallizzate. Praticamente quelle dei mesi scorsi. I report sono scoraggianti mentre le note stampa dell’amministrazione dicono che va tutto bene.
Nella precedente lettera Le avevo scritto: “I sacchi di spazzatura sono sparsi in tutta la città e adesso si trovano anche direttamente sotto le abitazioni, si degradano per il caldo e si riempiono di insetti, con pericolo per la salute pubblica. Inoltre sono praticamente spariti i netturbini che spazzavano la città e ne svuotavano i cestini. Le isole ecologiche sono spesso chiuse. Chi dovrebbe controllare la gestione del servizio non lo fa in modo efficace. Il servizio, che procede a singhiozzo e nell’incertezza, sta portando onesti e volenterosi cittadini all’esasperazione con il rischio di aumentare del numero di quegli “incivili” che l’amministrazione individua quasi come unici responsabili dell’emergenza.”
La situazione descritta si è aggravata perché la popolazione è aumentata e, per lo più, chi viene ad Agrigento per le vacanze non ha mastelli e soprattutto non sa dove e come buttare la spazzatura.
I cestini per i rifiuti sono stati tolti da alcune zone della città, perché tanto non vengono svuotati. Le persone accumulano, presso quelli che ancora esistono, i rifiuti che non sanno dove buttare, tra cui tanti sacchetti con deiezioni canine.
Di cestini se ne sono comprati altri ma il nuovo ordine è partito SOLO a fine giugno e non sono ancora arrivati: quasi 50mila € per 90 cestini. 35 sono preziosissimi, addirittura da 690 € (iva inclusa): avremmo bisogno di igiene e di un servizio che funzioni, non di eleganza!
“Un importantissimo presidio di cui il Comune non si è ancora dotato è il regolamento per la raccolta differenziata, previsto anche dal legislatore regionale. Tale regolamento sarebbe utile per stabilire regole e disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti cittadina, dando indicazioni alla cittadinanza su diritti e doveri e così anche agli operatori ecologici per la tutela del decoro e dell’igiene ambientale.” Anche questo è uno stralcio della vecchia nota che Le ho inviato l’11 Giugno.
Non so se ricorda che, telefonicamente, mi aveva promesso che avrebbe provato a convincere l’amministrazione a emanare il regolamento citato. Purtroppo non c’è ancora e non solo: un mese fa l’amministrazione ha emanato un’ordinanza sindacale che prevedeva sanzioni per chi metteva i mastelli sotto casa prima delle 23, per chi non li ritirava entro le 15, per chi metteva materiale fuori dal mastello prescritto o non utilizzava quello del giusto colore senza nessuna considerazione per la popolazione anziana, per gli esercizi commerciali, per chi lavora fuori casa l’intera giornata, per chi (grazie alla mancata previdenza dell’amministrazione) non ha il mastello (perché è stato dato a circa il 50% delle utenze), per chi non lava i mastelli (qui aprirei altro argomento perché come responsabile della salute pubblica il sindaco dovrebbe monitorare l’approvvigionamento idrico: alcuni utenti lamentano turni di acqua oltre i 15 giorni) e altro. Tale ordinanza è stata detta errata e da modificare. Ne è stata promessa una riedizione con i giusti provvedimenti, perché questa era stata fatta da un dirigente “straniero” ma, emessa il 5 Luglio, è più di un mese che è lì. Ed è legge. Su questo La prego di intervenire perché non si può prendere in giro così i cittadini. Tutta la città, per un motivo o per un altro e per colpa della mancanza di organizzazione e programmazione dell’amministrazione attiva, è passibile di multe per questa ordinanza. Come rappresentante dello Stato è l’unico che ha possibilità di far rispettare il nostro diritto di cittadini a non essere sottomessi a leggi assurde che la stessa amministrazione dice non valide.
In città, per il gran caldo, muoiono animali più o meno grandi ma restano per strada, si legge anche sui social network e sui giornali. Lo spazzamento non esiste. Il diserbo nemmeno, con la possibilità di catastrofici incendi. Il sindaco dice che ci sono pochi spazzini e che fanno la raccolta. Perché mai sono pochi? Chi ne ha diminuito il numero? L’amministrazione!
Il controllo costa ma fa risparmiare, con un numero decente di raccoglitori, si poteva controllare anche il contenuto dei mastelli lasciando le non conformità: ma sono troppe le utenze e pochi i lavoratori oppure il servizio non è organizzato con efficienza. L’assessore ha detto che ogni giorno il 5 % delle utenze che dovrebbero usufruire del porta a porta non viene servito. Dalle lamentele e dalla probabilità che qualcuno vada in ferie in questo affollato periodo estivo, immagino sia anche di più del 5%. Si lamentano utenze di Cannatello e di Fontanelle.
Con delle isole automatizzate nelle zone più lontane non avremmo avuto il problema della spazzatura che si accumulava nelle zone non servite, ci sarebbe stato in controllo perché gli sportelli si sarebbero aperti solo per gli utenti registrati e la differenziata sarebbe rimasta pulita. Naturalmente le zone dovevano essere video sorvegliate. Sparse per la città ci sono 4 o 5 di questi involucri per la raccolta che occupano spazi pubblici ma sono in disuso e non funzionano ormai da anni.
La nostra differenziata non è buona, non rende molto e un bel po’ finisce in discarica: cartone in fascia zero (e adesso sarà sottoposto ad un processo più oneroso per una migliore selezione) e la ditta che lo tratta ci chiede soldi (forse per il conferimento in discarica), per plastica e metalli paghiamo già 120 € a tonnellata per il loro processo (mentre quella che arriva dalle isole ecologiche ne costava 50  a tonnellata). Questo lo ho appreso dai giornali perché l’ennesimo comunicato “governativo” di oggi dice che va tutto bene.
Il mio rapporto da Consigliere comunale con l’amministrazione attiva non è buono: non riesco ad avere le informazioni che vorrei. Per lo più non so a chi chiederle perché quando dicono una cosa, perfino ufficialmente in Consiglio, può capitare che l’indomani venga smentita sulla stampa. Come cittadina, votata da altri cittadini per il controllo e l’indirizzo, mi sento umiliata insieme ai miei concittadini. Mi sento presa in giro. Vacilla la mia fiducia nelle istituzioni.
Sarà solo un’impressione ma mi sembra che una forza che avvolge tutto mi voglia mettere nelle condizioni di non agire più e di restare inerte a vedere come questa mia povera Città viene inesorabilmente distrutta.
Ci sarebbe, tra le altre, anche la spinosissima questione delle strade agrigentine con circa 4 milioni di euro destinati nella TASI del 2018 alle infrastrutture stradali ma solo 300mila € effettivamente stanziati mentre altri soldi disponibili sono destinati ad opere “chic”, il nuovo piazzale Giglia, che sarà difficilmente raggiungibile se si continua nella chiusura delle strade. Anche questa è un’emergenza che sta impedendo a tutti noi di circolare liberamente in Città con il sindaco che cade dalle nuvole e non si assume le sue responsabilità sulla vicenda.
Ancora una volta mi rivolgo a Lei in quanto rappresentante dello Stato, viste le gravissime criticità e le condizioni di pregiudizio per la salute pubblica, al fine di chiederLe un intervento sulla gestione dei rifiuti in Città, sollecitando le azioni necessarie per ristabilire igiene e decoro ma anche di ridare una speranza nelle istituzioni a tutti noi cittadini.
Distinti saluti

Agrigento 5/818

sabato 4 agosto 2018

Randagismo: anche di questo il Comune se ne frega!

Tra le tante emergenze di cui questa amministrazione non si preoccupa a dovere c’è quella del randagismo.

Nonostante le sollecitazioni e i proclami il rifugio sanitario non è ancora pronto. Consentirebbe di procedere alle sterilizzazioni gratuite a cura dei veterinari dell’ASP. Nonostante l’aggiudicazione dei lavori del Gennaio 2018, la nuova “promessa” è che i lavori di completamento inizieranno dopo ferragosto.

Tutto ciò nonostante i proclami sulla stampa, clamoroso quello del marzo 2017 che parlava di lavori in dirittura d’arrivo.

Intanto anche il bando per il canile viene tardivamente creato, scaduto l’8 Marzo viene emanato il 10 Aprile (giusto per rispondere ad un precedente question time dell’11 Aprile?), aggiudicazione definitiva il 27 Giugno: 4 mesi dopo la scadenza di un contratto che è ANNUALE!!

Leggendo il bando si vede la poca attenzione verso gli animali, ad esempio non si specifica la presenza di spazi per lo sgambamento, la protezione dagli esemplari aggressivi, il presidio notturno (requisiti che si ritrovano nei contratti tipo proposti dalla legislazione siciliana), mentre c’è grande attenzione verso il Comune che può avvisare della presenza di un randagio anche via sms.

Inoltre non sono previsti controlli per chi non toglie le deiezioni canine: i proventi delle multe adesso andrebbero al Comune per azioni contro il randagismo e il presidio renderebbe la città un po’ meno sporca.

La burocrazia e la politica agrigentina vanno a braccetto per rendere la vita impossibile non solo ai cittadini ma anche ai randagi!

mercoledì 1 agosto 2018

La cittadinanza onoraria la attribuisce il Consiglio comunale



E’ inquietante l’improvvisazione, la sciatteria, la mancanza di programmazione di questa amministrazione. 

Gli atti proposti sembrano essere “atti inconsulti”. 

Come la ormai celebre ordinanza sindacale 99 che riguarda il conferimento dei rifiuti, prontamente smentita ma, a distanza di un mese, ancora non ritirata né sostituita. 

Ieri, sarà stata una crisi di astinenza da celebrazioni (penuria di celebrità da Google camp?), la mancanza di nastri da tagliare, che ha portato il sindaco a sostituirsi a quel Consiglio, di cui ignora atti di indirizzo e mozioni, e a firmare con la sua giunta quello che poteva essere l’atto inaugurale di una nuova “proficua” stagione per questa amministrazione della rinascita e del cambiamento: quella delle cittadinanza onorarie! 

Ben 4 assessori della sua giunta erano (e 3 lo sono ancora) consiglieri comunali quando è stato approvato il regolamento comunale per il conferimento delle onorificenze, 5 mesi fa, ma la delibera di giunta, ancora in questo momento in albo pretorio, la G.C. n. 90 del 31/07/2018, è intitolata “Conferimento onorificenza della "Cittadinanza Onoraria" della citta' di Agrigento” e va contro l’apposito regolamento. 

Nessun ritiro del documento ma l’aggiunta, attraverso una determinazione sindacale, dell’attribuzione di una menzione speciale. 

Il sindaco si occupi e si preoccupi di fare avere alla città quegli atti che servono per regolarne civilmente la vita, si occupi del controllo tramite gli uffici, si occupi di promuovere servizi efficaci, si occupi di far funzionare ciò che non funziona e impedisce lo sviluppo agrigentino. Con azioni concrete e razionali, con una programmazione delle attività e l’informazione dei cittadini. 

Si governa così una città? A colpi di carte senza valore? Al momento ciò che si produce, attraverso documenti e note stampa da strappare, è solo l’aumento della raccolta differenziata della carta.