venerdì 30 novembre 2018

un po' di privacy anche per i rifiuti



Se c’erano tanti cittadini con buona volontà e buona intenzione per fare la raccolta differenziata adesso ce ne sono molti di più esasperati da presunte regole che si modificano quotidianamente e a seconda di chi le enunci.

Tra gradazioni di sporco ammesse per piatti di plastica e scatole per la pizza, tra sacchi trasparenti o neri. Tra incivili veri e persone che si sono trovate il sacco nero lasciato dietro la porta senza una ragione ma praticamente additate come quelli che non fanno bene la differenziata, abbiamo passato il segno.

Per la privacy il sacco trasparente non è il massimo e si legge in tante enunciazioni del garante.

Così come non è il caso di mettere il proprio nome sul contenitore, come stabilito da regole comunali. I rifiuti sono personali, indicano chi siamo e cosa facciamo. Indicano il nostro stato di salute, le nostre abitudini, ci si può trovare persino la nostra busta paga.

Non ne possiamo più. Sta diventando un incubo. Ci tocca rincorrere il netturbino con una relazione tecnica accurata su come abbiamo differenziato i nostri rifiuti, lasciati sul posto dopo una scrollatura o un’occhiata al sacco scuro.

Un pensiero va anche a chi, vivendo su scale e cortili deve fare centinaia di metri per riportarsi a casa i pesanti sacchi “rifiutati”. Se deve essere porta a porta lo sia per tutti, oppure si organizzi la raccolta stradale dove non si reputa possibile raggiungere le abitazioni.

La misura è colma. Servono determinazioni serie, chiare e soprattutto razionali, che tengano conto dei diritti dei cittadini. Serve quel regolamento comunale per la differenziata che, nonostante le mille promesse, non è ancora su carta.

martedì 20 novembre 2018

“Pleonastico” il Consiglio, chi amministra ha risolto il problema (suo)!



Le sedute del Consiglio sono ormai un campo di sterili battaglie, dove gli atti, si accartocciano per colpire quelli che dovrebbero essere alleati, prima di finire nella spazzatura (non differenziata).

Le sedute di conferenza dei capigruppo, prima disertate, diventano ora luogo per disinnescare argomenti pericolosi.

La cronaca della conferenza di lunedì:

-la proposta di delibera per l’istituzione della commissione di indagine sui debiti fuori bilancio, arrivata dopo più di un mese dalla richiesta, è stata bloccata perché, invece che costituita da solo 5 Consiglieri, si richiede di allargarla a tutta la rappresentanza politica. Occorreranno adesso altre discussioni e confronti che sarebbero già stati superati se i Consiglieri avessero partecipato alla redazione dell’atto.

- Per capire come sbloccare il regolamento, presentato dalla sottoscritta nei primi mesi del 2018 e sospeso dal Consiglio perché la maggioranza (dei presenti o politica?) deve approfondire gli argomenti (in ODG da mesi), si aspetta una prossima conferenza dei capigruppo (se e quando sarà valida) alla presenza della proponente che, naturalmente, non ha bisogno di approfondimenti e aspetta di conoscere invece quali informazioni hanno bisogno i membri del Consiglio per un voto consapevole;

- è stata archiviata definitivamente la proposta dello streaming, quello vero, cioè in diretta, proposto dalla Cons. Palermo, perché tanto le sedute sono pubbliche;

- per la richiesta di rispetto dell’articolo 30 del regolamento del Consiglio comunale, presentata ormai, si può dire, anni fa, relativa alla relazione trimestrale del Presidente al Consiglio sullo stato di avanzamento delle interrogazioni presentate: la conferenza decide di dare un taglio alla radice e abrogare la norma, con la motivazione che quel comma del regolamento (approvato nella nuova formulazione a fine 2014 mentre questo Consiglio è stato eletto nel 2015) “parrebbe”che non sia mai stato applicato. In rete, prima di quello del 2014, si trova solo un regolamento del 2004 dove questa norma non è presente. Quindi “parrebbe” che sia questa presidenza a non rispettare quel comma del regolamento.

La presidente dice di avere fatto stilare, “già da tempo”, un elenco di tutte le interrogazioni “mettendolo a disposizione per immediata visione ai presenti” e la conferenza all’unanimità definisce praticamente inutile la relazione in Consiglio. Peccato che già da anni, invece di relazionare, per iscritto o oralmente, e quantomeno “mettere a disposizione per immediata visione” prima di ieri tale elenco a chi richiedeva la relazione ci si è nascosti, dietro un lavoro che nemmeno la tela di Penelope, adducendo la difficoltà di creare tale registro. E’ vero che esistono delle situazioni che possono sfuggire alla Presidenza ma, trattandosi di un elenco trimestrale, si sarebbero potuti raccogliere i quesiti degli ultimi mesi, registrando finalmente i ritardi. E invece si decide per una modifica al regolamento: i consiglieri si rivolgano all’assessorato enti locali, non si intende “certificare” eventuali mancanze di informazioni da parte dell’amministrazione.

Sicuramente informare su una “eventuale” mancanza di informazione sarebbe “ultroneo” e “pleonastico”. Soprattutto perché i cittadini già lo sanno che, per questa amministrazione, è gradita solo la comunicazione filogovernativa che vanta perfino successi inesistenti e nasconde evidenti mancanze. Si scrive anche che sarebbe “poco utile per una concreta risoluzione dei problemi della città”. Problemi? Esistono problemi che questa amministrazione non ha già brillantemente risolto o annunciato di risolvere domani?