mercoledì 25 aprile 2018

Nota su volontà risoluzione contratto idrico


2 anni e mezzo fa, il 18/11/2015, il Consiglio comunale approvava la delibera relativa alla manifestazione della volontà di avvalersi della gestione diretta e pubblica del servizio idrico, in forma associata facoltà prevista dalla legge regionale 11 agosto 2015 n. 19, poi impugnata da Roma.
Uno dei protagonisti dell’approvazione fu l’allora Consigliere e oggi assessore Hamel che, stante la sua grande esperienza di campo nella lotta fra cittadini agrigentini e Girgenti Acque, stilò un elenco di inadempimenti e  disservizi “che possono essere le contestazioni che andranno fatte al gestore, .., per arrivare a una chiusura del rapporto contrattuale, eliminando gran parte delle problematiche relative alle eventuali compensazioni.”, così diceva allora nei panni di Consigliere.
I motivi di inadempienza e i disservizi ci sono e riguardano depurazione, distribuzione e tariffe, oltre ad un rapporto, spesso prepotentemente conflittuale, con gli utenti.
Abbiamo letto sulla stampa che sindaci si sono riuniti in presenza di un avvocato che ha spiegato come attuare le possibilità di una risoluzione contrattuale con Girgenti Acque, non sappiamo se l’assessore abbia partecipato a tali confronti. Pare che da parte del legale ci siano tutte le rassicurazioni sulla percorribilità della risoluzione ma sarà necessario il voto dell'Assemblea che comincerà a riunirsi domani.
Chiediamo all’assessore di usare “realismo e spirito critico” sia nel confronto in assemblea che nelle riunioni della giunta comunale sull’argomento.

lunedì 23 aprile 2018

Presentato regolamento per utili strumenti di democratica interazione con l’amministrazione



Questa amministrazione non è interessata ad interagire con i cittadini di Agrigento. Sorda a richieste e appelli, si trincera sempre dietro la ormai famosa porta, permeabile solo a comunicati e conferenze stampa autocelebrativi. 

In questi anni diverse raccolte firme hanno varcato il portone comunale portando appelli e richieste dei cittadini, senza ricevere, spesso, una risposta ufficiale 

Lo statuto comunale prevede la possibilità, per i cittadini di Agrigento, di avanzare istanze al sindaco e proporre petizioni o addirittura proposte di deliberazione per il Consiglio comunale. Tali importanti strumenti di democrazia, dice lo Statuto, devono essere oggetto di un regolamento che riporti le modalità di presentazione e di trattamento e, cosa fondamentale, i tempi di risposta. 

Il Movimento 5 stelle di Agrigento ha presentato tale apposito regolamento che dovrebbe essere inserito, prossimamente, all’ordine del giorno del Consiglio comunale. Tale strumento attuativo è fornito di allegati per facilitarne l’utilizzo. Permetterà, dunque, ai cittadini che ne hanno volontà, di partecipare attivamente alla vita comunale. 

Vista la mancanza di tale regolamento, alcune petizioni stazionano, ormai da mesi, nell’ufficio della Presidenza del Consiglio. Si tratta di: 

- una petizione per reinserire in piazza Cavour qualche gioco per bambini dando la possibilità alle famiglie di godersi il viale della Vittoria anche senza portarsi da casa i giochi; 

- una petizione degli abitanti di Villaggio Mosè per spostare il centro di stoccaggio temporaneo dei rifiuti. Oltre alla sveglia con rumori e odori prima delle 6 di mattina, i cittadini si trovano una discarica illegale di spazzatura dietro il cancello del deposito e la strada distrutta dal passaggio dei mezzi pesanti, con buche sempre più profonde (che mostrano, in qualche punto, anche delle tubature) che hanno causato recenti rovinose cadute dei passanti, potenziali futuri debiti fuori bilancio per il Comune. 

L’appello dei cittadini di Villaggio Mosè è stato depositato anche come istanza per il sindaco da diversi mesi ma non ha ancora ricevuto risposte ufficiali come dovrebbe, solo generiche promesse per evitare l’inasprirsi di malumori.

giovedì 5 aprile 2018

Siamo sicuri che il problema siano incivili ed evasori? nota

Negli ultimi 2 piani finanziari per la TARI del Comune di Agrigento mancano dei dati importantissimi: il numero delle utente e i metri quadrati che occupano. Eppure sono i dati basilari per passare dal piano tariffario alle tariffe.



Il piano tariffario non è riscritto ogni volta, la delibera delle tariffe e il piano viene, molto probabilmente, scritta con il copia incolla ma purtroppo, ad un certo punto, sono saltati i riferimenti a questi fondamentali dati.

A fronte del pagamento di legioni di impiegati per fermare l’evasione, come cresce o decresce il numero delle utenze? Non è dato saperlo nel piano finanziario.

Durante la seduta di approvazione della TARI ho più volte richiesto il dato ufficiale.

Il dirigente finanziario ha, infine, dichiarato che esistono 38mila utenze domestiche e 3mila utenze non domestiche. 

Riscontro allora che a fronte di 41mila utenze, nella proroga tecnica con variante migliorativa al servizio del 21/7/17, si legge, che “il territorio comunale è stato diviso in zone e/o contrade per un numero di utenze da servire pari a circa 22.623”. Praticamente il servizio è stato progettato SOLO per il 60% delle effettive utenze?

Perché sono stati comprati 22623 set di mastelli per le utenze domestiche? Per risparmiare sottoponendo i cittadini a disagi?

Perché si è richiesto esplicitamente l’allontanamento di 14 unità lavorative? Per risparmiare sottoponendo i cittadini a disagi?

Il numero di lavoratori da impiegare è sicuramente legato al numero di utenze da servire oltre che all’ampiezza del territorio.

Al netto di eventuali incivili, come può funzionare un sistema progettato per 22mila se le utenze sono 38mila?

Perché un sistema che già non garantiva un efficiente diserbo e pulizia in tutta la città è stato ulteriormente azzoppato, diminuendo il numero di operatori?

In questo momento la città è in uno stato pietoso e a rischio sanitario eppure si continua a dire che tutto va bene, che presto si arriverà a regime e che piano piano pescheremo tutti gli evasori e gli incivili impareranno la lezione e si comporteranno bene.

Sono favolette per nascondere la VERA causa di questo servizio fallimentare? Una programmazione per una città che non è Agrigento: più piccola e con il 40% di utenze in meno!