giovedì 10 marzo 2016

Il caso della spazzatura di Vigata



Abbiamo letto le cronache giornalistiche della seduta dell'8 Marzo della Commissione Ambiente all'ARS, sull'emergenza spazzatura a Porto Empedocle.

Tutti gli agrigentini dovrebbero però sentire, dalla viva voce del loro attuale primo cittadino, la sua personale VISIONE del problema. 




La colpa della mancanza di liquidità e la situazione di squilibrio è dovuta a:

· Cittadini "malopagatori",

· Consiglio comunale,

· Associazione dei consumatori,

· Regione.

L'unico incolpevole è l'ex sindaco che dichiara, guardando i conti, che c'è poco da fare.

Si è "trasferito" ad Agrigento perché non sapeva come risolvere il problema Porto Empedocle?

Il sindaco si scagiona e individua tutte le colpe in 12 minuti, raccontando un'intricata vicenda che percorre i suoi 9 anni di mandato.

Dice che la città di Porto Empedocle ha vissuto al di sopra delle proprie aspettative, per via dei soldi delle misure compensative (circa 10 milioni di euro in 9 anni) e dell'affitto dell'area industriale di circa 250mila euro.

Fa impallidire però, capire, come sono stati utilizzati questi soldi.

"Spesa sociale" (?) dice ma, soprattutto, pagò la TARSU con, se non ricorda male, una copertura nel bilancio di circa di un milione e mezzo del servizio ad anno.

Se la matematica non è un'opinione, praticamente, con i soldi extra, il Comune riuscì a pagare solo la spazzatura. Così i cittadini di Porto Empedocle hanno avuto, per anni, bollette più leggere degli agrigentini mentre il loro Comune si abbelliva: ogni angolino un fiore.

Come veniva suddivisa la spesa della spazzatura a Porto Empedocle? Il Comune, spiega il sindaco, pagava la TARSU per il 52%, il 48% era invece a carico dei cittadini. Peccato che si registrasse un'evasione fiscale del 51% che bruciava ulteriormente i soldi delle misure compensative, succhiavano denaro anche le quote dovute all'ATO.

Il disallineamento arriva nel 2014, racconta il sindaco, con un costo del servizio di 3milioni 250mila ma viene incassato ZERO perché, dovendo applicare questa volta la TARI e potendo al massimo coprire solo il 7%, il Consiglio comunale avrebbe dovuto approvare in tempo le tariffe TARI. Il Consiglio però le bocciò e, egli stesso, spiegò ai Consiglieri che stavano mandando il Comune al dissesto. Il civico consesso, convinto sicuramente dal sindaco, approvò le tariffe ma fuori tempo massimo e così gli uffici non poterono fare la bollettazione anche per la battaglia delle associazioni dei consumatori che stavano raccogliendo firme per ribadire la non validità della delibera consiliare, approvata fuori tempo massimo. Poco dopo, attraverso un milleproroghe i termini vennero però allungati e la bollettazione partì. Il ritardo causò gravi problemi nei bilanci comunali.

Ci domandiamo perché in 9 anni l'amministrazione che ha permesso a Porto Empedocle, unico comune della Sicilia di avere i precari a 36 ore non ha pensato ad utilizzare i soldi "extra" per una massiccia operazione antievasione.

Non c'erano precari da poter utilizzare per il recupero crediti?

Tutti quei soldi, che potevano essere impiegati come si voleva, sono invece finiti per pagare la spazzatura.

Vi sembra l'economia di un buon padre di famiglia? Cosa succederà ad Agrigento dove l'amministrazione registra già emorragie di liquidità?

A chi sarà accollata la colpa? I cerini, intanto, li ha e li vuole tutti saldamente in mano il Sindaco.



C'è sempre tempo per trovare un colpevole.

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