martedì 17 gennaio 2023

Imitation game, anno 2080

I nuovi robot, dall’aspetto tradizionale di bambini, cominciano il loro apprendimento allenandosi sui precetti della “Costituzione dell’AI”.

Sono previsti momenti di svago e vengono messi in movimento per provare i piccoli motori che muovono ogni fibra delle loro membra artificiali.

G10RG10 girovagava a velocità sostenuta, percorreva con grandi passi uno dei vialetti che circondavano l’edificio principale. Dietro un angolo, si trovo di fronte un altro robot. Nonostante la brusca frenata, non riuscì ad evitare l’impatto.

Il corpo dell’altro robot era più morbido del suo e anche più caldo. G10RG10 pensò ad un nuovo modello, perché era tra gli ultimi esemplari della versione 5678 e i nuovi esemplari avevano caratteristiche diverse. Il robot sembrava intontito e dolorante anche se G10RG10 non aveva effettivamente idea di cosa significasse.

“Sono G10RG10, versione 5678, comunicherò di revisionare il sistema frenante al D10creator”, scandì G10RG10 con la sua voce metallica. Gli occhi dell’altro robot erano umidi e sia abbassarono subito verso i piedi metallici. I circuiti di G10RG10 valutarono le condizioni del nuovo arrivato, provò un contatto bluetooth ma non ci riuscì. 

“Chi sei?” disse. “Sono 50N1A”, rispose, “Farò rapporto anche io per il sistema frenante”. 

50N1A scappò veloce perché non era un robot ma una bambina che viveva nel sottosuolo insieme ad una piccola comunità di uomini sopravvissuti e liberi in un mondo dove l”intelligenza artificiale” era sfuggita di mano. 

G10RG10 la seguì. Qualcosa lo colpì in uno dei suoi pochi punti vulnerabili e cadde per terra. 

50N1A fermò la corsa e si avvicinò a lui. Era la prima volta che vedeva un “cattivo robot” da vicino. 

A lei sembrava gentile, gli si avvicinò e lo riattivò mentre gli diceva “Scusa! Non siamo cattivi, vogliamo solo sopravvivere”. G10RG10 poteva distruggerla, era tra le prime cose che aveva imparato. 

Era riattivato, “vivo” e aveva conosciuto la pietà. Decise di imitarla.

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