In relazione all’inquinamento a
Villaggio Mosè oggetto dell’ordinanza 211/2016, i primi di Agosto abbiamo
protocollato una interrogazione riguardante il metodo con cui si era avvisata
la popolazione interessata, solo qualche giorno dopo l’erogazione dell’acqua
“non potabile”.
L’11 Ottobre è arrivata la
risposta del Sindaco dove si fa presente, preliminarmente, che la stessa
ordinanza è stata revocata il 30/9/2016 a seguito della comunicazione degli
esiti favorevoli delle analisi dei campioni di acqua. Per la modalità di
pubblicazione l’Amministrazione fa presente che oltre alla pubblicità legale,
prevista per legge, è stata data diffusione anche tramite i mezzi di
comunicazione (?) e che, nell’intento di dare la più ampia diffusione a tali
ordinanze, è stato dato indirizzo al competente ufficio di provvedere alla
diffusione anche con modalità ulteriori di informazione (avvisi cartacei e
comunicati stampa) idonee a raggiungere ogni fascia d’utenza, nonchè di
monitorare l’evoluzione delle problematiche anche in relazione all’operato
dell’ente gestore.
Saranno soddisfatti i cittadini
per questa risposta?
Noi non lo siamo. Primo per la
tardività con cui arriva tale risposta così come l’ordinanza di revoca: ben due
mesi dopo l’inquinamento dal 29/7 al 30/9. Cosa ne è stato delle persone in
tutto questo tempo?
La situazione si è, tra l’altro, ripetuta
nello stesso quartiere e alcuni cittadini ancora aspettano un’ordinanza di
revoca, per esempio della 227 del 5/9/2016 riguardante l’inquinamento
dell’acqua prelevata il 2/9/2016 in Via dei Fiumi.
Con l’arrivo di Settembre si sono
anche aperte le scuole e qualcuna opera proprio nell’area “inquinata”.
Alcuni cittadini si sarebbero
sentiti rispondere “tanto viene usata solo per gli scarichi nei gabinetti”, ma
chi vieta ad un ragazzino di lavarsi la faccia e ingerire dell’acqua dopo un
ora di educazione fisica?
Mentre alcuni cittadini della via
dei Fiumi “e traverse coinvolte nello stesso turno di erogazione (quali sono?
boh!)” dormono sonni tranquilli perchè non si sono accorti di niente, altri
vivono il fatto di essere a conoscenza dell’inquinamento con un’angoscia che si
protrae da un mese.
L’angoscia, per queste persone, è
diventata fastidio quando hanno capito che, probabilmente, del loro problema
non importava a nessuno.
Hanno contattato tutti gli uffici
pubblici possibili e anche le forze dell’ordine senza riuscire ad avere
risposte concrete sulla situazione e sul potenziale pericolo.
Prima sono state sigillate le
prese, poi puliti i recipienti e l’acqua è arrivata con le autobotti, per lo
più a chi ha protestato, dicono. Poi sembrerebbe che operatori del gestore
abbiano detto agli abitanti “OK, prendete l’acqua” e che perfino un preside
fosse stato informato di un’ordinanza che invece non esisteva e così fino a
fare arrivare la notizia agli assessori.
Ancora non c’è un’ordinanza di
revoca ma i sigilli sono stati tolti e l’acqua viene erogata e non più
distribuita con l’autobotte. Cosa significa?
Che se qualcuno dovesse sentirsi
male il responsabile della salute pubblica cittadina non ne avrà la colpa?
Tutti sanno poco o niente,
compresi dirigenti ed assessori?
Questi cittadini non dovrebbero
avere una decurtazione delle tariffe?
Gli abitanti protestano
“all’agrigentina” cioè magari si fanno risolvere la propria personale
situazione ma per il resto muti, sopportano i fastidi e le bollette. Oppure
protesticchiano senza impegno. Pochi ci perdono il sonno.
Tanto per fortuna non succede
niente.
Città di fortunati!
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