domenica 6 novembre 2016

Inquinamento via dei Fiumi

In relazione all’inquinamento a Villaggio Mosè oggetto dell’ordinanza 211/2016, i primi di Agosto abbiamo protocollato una interrogazione riguardante il metodo con cui si era avvisata la popolazione interessata, solo qualche giorno dopo l’erogazione dell’acqua “non potabile”.
L’11 Ottobre è arrivata la risposta del Sindaco dove si fa presente, preliminarmente, che la stessa ordinanza è stata revocata il 30/9/2016 a seguito della comunicazione degli esiti favorevoli delle analisi dei campioni di acqua. Per la modalità di pubblicazione l’Amministrazione fa presente che oltre alla pubblicità legale, prevista per legge, è stata data diffusione anche tramite i mezzi di comunicazione (?) e che, nell’intento di dare la più ampia diffusione a tali ordinanze, è stato dato indirizzo al competente ufficio di provvedere alla diffusione anche con modalità ulteriori di informazione (avvisi cartacei e comunicati stampa) idonee a raggiungere ogni fascia d’utenza, nonchè di monitorare l’evoluzione delle problematiche anche in relazione all’operato dell’ente gestore.
Saranno soddisfatti i cittadini per questa risposta?

Noi non lo siamo. Primo per la tardività con cui arriva tale risposta così come l’ordinanza di revoca: ben due mesi dopo l’inquinamento dal 29/7 al 30/9. Cosa ne è stato delle persone in tutto questo tempo?
La situazione si è, tra l’altro, ripetuta nello stesso quartiere e alcuni cittadini ancora aspettano un’ordinanza di revoca, per esempio della 227 del 5/9/2016 riguardante l’inquinamento dell’acqua prelevata il 2/9/2016 in Via dei Fiumi.
Con l’arrivo di Settembre si sono anche aperte le scuole e qualcuna opera proprio nell’area “inquinata”.
Alcuni cittadini si sarebbero sentiti rispondere “tanto viene usata solo per gli scarichi nei gabinetti”, ma chi vieta ad un ragazzino di lavarsi la faccia e ingerire dell’acqua dopo un ora di educazione fisica?
Mentre alcuni cittadini della via dei Fiumi “e traverse coinvolte nello stesso turno di erogazione (quali sono? boh!)” dormono sonni tranquilli perchè non si sono accorti di niente, altri vivono il fatto di essere a conoscenza dell’inquinamento con un’angoscia che si protrae da un mese.
L’angoscia, per queste persone, è diventata fastidio quando hanno capito che, probabilmente, del loro problema non importava a nessuno.
Hanno contattato tutti gli uffici pubblici possibili e anche le forze dell’ordine senza riuscire ad avere risposte concrete sulla situazione e sul potenziale pericolo.
Prima sono state sigillate le prese, poi puliti i recipienti e l’acqua è arrivata con le autobotti, per lo più a chi ha protestato, dicono. Poi sembrerebbe che operatori del gestore abbiano detto agli abitanti “OK, prendete l’acqua” e che perfino un preside fosse stato informato di un’ordinanza che invece non esisteva e così fino a fare arrivare la notizia agli assessori.
Ancora non c’è un’ordinanza di revoca ma i sigilli sono stati tolti e l’acqua viene erogata e non più distribuita con l’autobotte. Cosa significa?
Che se qualcuno dovesse sentirsi male il responsabile della salute pubblica cittadina non ne avrà la colpa?
Tutti sanno poco o niente, compresi dirigenti ed assessori?
Questi cittadini non dovrebbero avere una decurtazione delle tariffe?
Gli abitanti protestano “all’agrigentina” cioè magari si fanno risolvere la propria personale situazione ma per il resto muti, sopportano i fastidi e le bollette. Oppure protesticchiano senza impegno. Pochi ci perdono il sonno.
Tanto per fortuna non succede niente.

Città di fortunati!

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