sabato 4 maggio 2019

Nota su "carta di Agrigento"


Tutto fa brodo nella campagna elettorale firettiana. Un brodo di giuggiole di un’amministrazione in solluchero, impegnata ad inventare  grandi progressi perseguiti dalla città in seguito al loro insediamento. Il sindaco Firetto, più che governare il territorio, cerca di imporsi  come sovrano attraverso immagini iconiche che rappresentano la continua promessa di un Agrigento che cambia e rinasce.
Per l’evento della carta di Agrigento c’è una foto evocativa, scattata firmando sul “tavolo riflettente”, che rappresenta il mar Mediterraneo: sigla la promessa di un’Agrigento ombelico del mondo.
Quale è la realtà? La Carta di Agrigento è rivolta al Comitato delle regioni, un organo composto da 350 membri che rappresentano gli enti regionali e locali dei 28 Stati membri dell'Unione europea. Tale organo non ha funzione propositiva ma formula pareri relativamente alle proposte del Parlamento europeo su alcune materie fissate dai trattati, come la Cultura.
Al momento, ma con le elezioni europee potrebbe essere previsto un cambio, tra i 24 membri italiani rappresentano la Sicilia Gaetano Armao, Vincenzo Bianco, Leoluca Orlando e Salvatore Pogliese.
Ben vengano le iniziative simboliche ma quando si comincia a lavorare veramente per i nostri cittadini?
Per quanto riguarda la cultura, l’Unione europea, secondo l’Articolo 167 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea “contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune.
L'azione dell'Unione è intesa ad incoraggiare la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e ad integrare l'azione di questi ultimi nei seguenti settori:
— miglioramento della conoscenza e della diffusione della cultura e della storia dei popoli europei,
— conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di importanza europea,
— scambi culturali non commerciali,
— creazione artistica e letteraria, compreso il settore audiovisivo.”
Affinchè Agrigento e l’Italia intera, attraverso il contributo europeo, riescano a ricavare pane dalla Cultura speriamo di eleggere il 25 Maggio dei rappresentanti siciliani in gamba, che possano difendere la nostra tipicità.
L’occasione di firma della carta di Agrigento è stato un momento di incontro tra rappresentanti della politica siciliana, un momento di confronto sui temi della Cultura italiana, di arricchimento  intellettuale attraverso le esperienze rappresentate da vari relatori. Di queste esperienze l’amministrazione dovrebbe fare tesoro per far rinascere questa Città che non necessita orpelli e chiacchiere ma interventi seri in tutti i campi,  compresi nuovi modi per sfruttare la cultura per lo sviluppo economico.

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