Tutto fa brodo nella campagna
elettorale firettiana. Un brodo di giuggiole di un’amministrazione in solluchero,
impegnata ad inventare grandi progressi
perseguiti dalla città in seguito al loro insediamento. Il sindaco Firetto, più
che governare il territorio, cerca di imporsi
come sovrano attraverso immagini iconiche che rappresentano la continua promessa
di un Agrigento che cambia e rinasce.
Per l’evento della carta di
Agrigento c’è una foto evocativa, scattata firmando sul “tavolo riflettente”, che
rappresenta il mar Mediterraneo: sigla la promessa di un’Agrigento ombelico del
mondo.
Quale è la realtà? La Carta di
Agrigento è rivolta al Comitato delle regioni, un organo composto da 350 membri
che rappresentano gli enti regionali e locali dei 28 Stati membri dell'Unione
europea. Tale organo non ha funzione propositiva ma formula pareri relativamente
alle proposte del Parlamento europeo su alcune materie fissate dai trattati, come
la Cultura.
Al momento, ma con le elezioni
europee potrebbe essere previsto un cambio, tra i 24 membri italiani
rappresentano la Sicilia Gaetano Armao, Vincenzo Bianco, Leoluca Orlando e
Salvatore Pogliese.
Ben vengano le iniziative
simboliche ma quando si comincia a lavorare veramente per i nostri cittadini?
Per quanto riguarda la cultura, l’Unione europea, secondo
l’Articolo 167 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea “contribuisce
al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro
diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio
culturale comune.
L'azione dell'Unione è intesa ad incoraggiare la
cooperazione tra Stati membri e, se necessario, ad appoggiare e ad integrare
l'azione di questi ultimi nei seguenti settori:
— miglioramento della conoscenza e della diffusione della
cultura e della storia dei popoli europei,
— conservazione e salvaguardia del patrimonio culturale di
importanza europea,
— scambi culturali non commerciali,
— creazione artistica e letteraria, compreso il settore
audiovisivo.”
Affinchè Agrigento e l’Italia intera, attraverso il
contributo europeo, riescano a ricavare pane dalla Cultura speriamo di eleggere
il 25 Maggio dei rappresentanti siciliani in gamba, che possano difendere la
nostra tipicità.
L’occasione di firma della carta di Agrigento è stato un
momento di incontro tra rappresentanti della politica siciliana, un momento di
confronto sui temi della Cultura italiana, di arricchimento intellettuale attraverso le esperienze
rappresentate da vari relatori. Di queste esperienze l’amministrazione dovrebbe
fare tesoro per far rinascere questa Città che non necessita orpelli e
chiacchiere ma interventi seri in tutti i campi, compresi nuovi modi per sfruttare la cultura
per lo sviluppo economico.
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